Attacco alle speciali, Arno chiama Renzi

Autonomia da cancellare, rassicurazioni dal premier e dal ministro Boschi. Ma Palermo avverte: «Non ci amano»



BOLZANO. L’ha detto, non l’ha detto. «Di sicuro lo pensa», riferisce chi la conosce. Le dichiarazioni del ministro Maria Elena Boschi sulle autonomie speciali durante i lavori alla Leopolda di Firenze non sono uscite di scena con la smentita di domenica. Alla domanda di un giornalista Maria Elena Boschi si sarebbe dichiarata favorevole all’abolizione delle autonomie speciali, pur escludendo che il governo intenda lavorarci. E nella smentita il ministro ha rafforzato il concetto secondo cui le speciali non sarebbero nel mirino del governo.

Per la Svp il caso ufficialmente è chiuso, dopo un intreccio di telefonate tra il presidente provinciale Arno Kompatscher e il premier Matteo Renzi e tra lo stesso ministro Boschi e il senatore Karl Zeller.

Ma lo scenario non è così pacifico. Il senatore Francesco Palermo, che ha dialogato a lungo con il ministro Boschi durante l’esame della riforma costituzionale, chiarisce: «Non sono sorpreso. Il ministro Boschi e il premier Renzi certo non sono dei fan delle autonomie, come la maggior parte del Parlamento. Se potessero farlo, interverrebbero pesantemente sulle speciali». Rifiuta il ruolo di difensore d’ufficio delle speciali Giorgio Tonini, senatore trentino e componente della segreteria nazionale del Pd: «Siamo nel mirino e dobbiamo lavorare meglio». Il clou si raggiunge con Michaela Biancofiore. La deputata forzista plaude a Maria Elena Boschi: «Ha perfettamente ragione. Le autonomie speciali si estingueranno. Non ci sono più soldi per mantenerle e sono venute meno le ragioni storiche della loro esistenza».

Le telefonate. Kompatscher ha cercato Renzi al telefono per avere un chiarimento sulle dichiarazioni del ministro Boschi: «Per quanto mi riguarda il caso è rientrato. C’è stata la rettifica del ministro e il presidente del Consiglio Renzi mi ha assicurato che non è la linea del governo. Eventualmente il riferimento andava ad altre realtà». Zeller domenica aveva inviato un messaggio a Maria Elena Boschi, chiedendo chiarimenti. Il ministro ha risposto telefonando direttamente al senatore. Anche su questo fronte, parole di pace. «Il ministro mi ha assicurato che il governo non è intenzionato ad abolire le speciali e che nella riforma costituzionale, approdata alla Camera dopo il voto al Senato, non c’è un “progetto” sulle speciali». Zeller riferisce anche di un suo colloquio con Renzi: «Mi ha detto di essersi reso conto che siamo ben diversi da altre regioni speciali, non solo dalle regioni ordinarie. Riconosce che siamo una vera minoranza». Non va mai dimenticato che i 13 componenti del Gruppo per le autonomie sono un pilastro fondamentale della maggioranza al Senato. Tutto rosa allora? Zeller non arriva a dirlo: «Nel governo ci sono anime diverse. Ci sono esponenti più sensibili alle specialità, come Delrio e Bressa, ci sono gli indifferenti e ci sono quelli più critici». Come Boschi e Renzi, riassume Palermo. Così Tonini: ««Dobbiamo fare meglio dello Stato costando meno dello Stato. A poco a poco ci stiamo arrivando: la differenza che c’era (a nostro vantaggio) tra noi e le altre regioni si sta riducendo». (fr.g.)

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