Auguri a Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine

Uno striscione appeso in via Glorenza a Bolzano scatena le proteste. Indagano la Procura e la Digos


di Mario Bertoldi


BOLZANO. «29 luglio 1913, 29 luglio 2013. Alles Gute, capitano». Bolzano ha scoperto ieri di avere tra i propri cittadini anche chi ritiene doveroso augurare «ogni bene» al boia delle Fosse Ardeatine. L’estimatore del criminale di guerra non fa mistero delle proprie simpatie al punto da non lasciar trapelare alcuna remora nel decidere di fissare al proprio balcone di casa, in un condominio di via Glorenza, lo striscione con gli auguri della vergogna. L’iniziativa è stata però subito segnalata, ieri nel primo pomeriggio, all’ufficio politico della Questura che ha svolto tutti gli accertamenti del caso, ha individuato l’inquilino dell’appartamento in questione e ha inviato una prima segnalazione al magistrato di turno, il sostituto procuratore Giancarlo Bramante. La magistratura ha deciso di aprire una un’inchiesta per presunta violazione della legge Mancino.

Da un punto di vista procedurale sarà necessario verificare se, sotto il profilo giuridico, augurare «ogni bene» ad un criminale di guerra nazista nel giorno dei suo compleanno possa configurare il reato di violazione della legge Mancino, introdotta nel nostro ordinamento nel 1993 allo scopo di colpire gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista. I cento anni di Priebke sono stati ricordati da ambienti dell’estrema destra in diverse città italiane ove la scorsa notte sono comparse scritte sui muri con slogan nazisti e svastiche. A Bolzano l’estimatore del boia delle Fosse Ardeatine è stato più attento e contenuto: augura «ogni bene» al capitano ma non firma il messaggio con alcun simbolo nazista o altri slogan.

Sarà la Procura a decidere se e come procedere. Nel frattempo non si sono fatte attendere le reazioni politiche. «E’ un episodio devastante - ha commentato il sindaco Spagnolli - perchè non si può pensare che oggi le cose non si sappiano o non si conosca la storia. Probabilmente questo nostro concittadino è vittima della disinformazione portata avanti ad arte da certi ambienti». Per l’assessore Luigi Gallo «si tratta di un gesto inqualificabile che ci fa capire come certi valori dopo la guerra sono stati per molti anni la religione civile dell’Italia ma evidentemente non hanno attecchito sino in fondo e c’è ancora qualche nostalgico. E’ un brutto segnale che ci fa capire come qualcuno evidentemente ha dimenticato la storia».

Sull’episodio ha preso posizione anche l’Anpi con il presidente Lionello Bertoldi. Poche parole di condanna profonda. «Il desiderio di giustizia è un profondo sentimento umano, che non può essere disatteso e tantomeno offeso. Tale giustizia viene realizzata da uomini e da regole che donne e uomini si danno perché vogliono continuare a vivere assieme. Il resto , anche l’ostentazione , intralcia, affatica e annoia».

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