Autismo, «serve un centro diurno»

Il progetto dell’ambulatorio di piazza Gries che segue circa 160-170 pazienti a partire da pochi mesi fino a 21 anni


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Seguiamo 160-170 pazienti: dai bambini piccoli ai giovani fino ai 21 anni. Il 40% sono stranieri - indiani, marocchini, pachistani, bengalesi - e questo, per una serie di motivi di tipo innanzitutto linguistico e culturale, rende tutto più difficile. Età differenti, stessa diagnosi: autismo. Ma con livelli di gravità che possono essere anche molto diversi; ci sono anche casi - sono però eccezioni - con grandi capacità intellettive in determinati settori come possono essere ad esempio la matematica o il disegno. Rispetto al passato c’è un aumento, ma per il semplice fatto che oggi abbiamo strumenti diagnostici più sofisticati che ci consentono di individuare il disturbo del neurosviluppo molto prima. Che significa anticipare i tempi d’intervento e quindi offrire al paziente maggiori chance. Non di guarire: perché dall’autismo non si guarisce. Con una serie di terapie di tipo psicoeducative e psicologiche alle quali si aggiungono, tra le altre cose, sedute di logopedia si possono però ottenere buoni risultati che si traducono in una migliore qualità di vita per i soggetti autistici e i loro familiari». Felicita Scolati, neuropsichiatra infantile, responsabile dell’ambulatorio che in piazza Gries si occupa di pazienti autistici, ieri mattina era in piazza Tribunale - assieme alla collega Erika Comencini - dove si festeggiava la “Giornata mondiale per la consapevolezza dell' autismo”, proclamata nel 2007 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e organizzata a Bolzano dall’associazione “Il cerchio”, fondata nel 2013 da Elena Bertoluzza (psicologa) e Verena Isaia (pedagogista).

In piazza anche tanti giovani pazienti seguiti dagli specialisti dell’ambulatorio di piazza Gries che passano, salutano, qualcuno si ferma anche a scambiare due parole con la dottoressa Felicita. Cose scontate per i coetanei “normali”, non così per chi soffre di autismo che vive in un mondo tutto suo, perché ha difficoltà ad interagire con gli altri, in primis con i genitori, e spesso ha difficoltà anche ad esprimersi: problemi questi che si manifestano già intorno ai sei mesi e, nelle forme più gravi, possono essere associati a disturbi del sonno.

«Per i coetanei - spiega Felicita Scolati - il bambino autistico è “strano” e viene isolato, contribuendo in questo modo a peggiorare la situazione. Ma abbiamo casi purtroppo frequenti in cui, soprattutto a livello di adolescenti, l’autista diventa vittima di gravi episodi di bullismo: le scuole devono vigilare».

A Bolzano le famiglie con figli autistici possono contare oltre che sul centro specialistico di piazza Gries anche sull’aiuto prezioso dell’associazione “Il cerchio” che ha l’ambulatorio in via Valdagno, segue una sessantina di casi e dal 2015 è convenzionata con l’Asl: lavorano in sinergia offrendo un sostegno importante ai pazienti, ai genitori, ai fratelli.

«Ciò che manca - spiega la dottoressa Scolati - è un Centro diurno. Abbiamo elaborato un progetto e speriamo di ottenere prima o poi il via libera dalla Provincia. Sarebbe estremamente utile per seguire meglio i pazienti e dare un po’ di sollievo alle famiglie. Abbiamo mamme che sono state costrette ad abbandonare il lavoro per seguire il figlio o la figlia. A Merano, per esempio, l’associazione Autòs, costituita da un gruppo di genitori, organizza i cosiddetti Progetti respiro, proprio per consentire alle famiglie qualche momento di “respiro”. A Bolzano”Il cerchio” svolge un lavoro egregio promuovendo, tra le altre cose, una serie di progetti che riguardano anche il tempo libero di queste persone e progetti specifici per sorelle e fratelli di bambini con questo tipo di disturbo».

Si vorrebbe inoltre dare una risposta ai pazienti adulti, visto che dopo i 21 anni non è più previsto nessun intervento dall’ente pubblico.

Nella migliore delle ipotesi vengono inseriti in qualche laboratorio protetto, dove si trovano con portatori di diversi handicap e non possono essere seguiti in maniera specifica.













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi

Attualità