Autonomie con Mattarella Ma il primo voto divide

Il nome del giudice unisce Svp, Pd e Sel: si attende il quarto scrutinio Ieri grandi elettori provinciali divisi tra la scheda bianca e i candidati bandiera


di Alan Conti


BOLZANO. Scheda bianca a Sergio Mattarella. Nel giorno del primo voto, interlocutorio, alla Camera esce il nome che dovrebbe mettere tutti d'accordo per il prossimo inquilino del Quirinale. Sicuramente il consenso è ampio tra i rappresentanti altoatesini alle votazioni perché sia Pd sia Svp, seppur con varie sfumature, sono pronti a convogliare la loro preferenza sul giudice costituzionale. Sel, dal canto suo, si accoda volentieri mentre il centrodestra è già spaccato. Ieri, comunque, il quorum elevato (673 voti su 1009 grandi elettori) ha portato ciascuno a muoversi in autonomia tra schede bianche e candidati più simbolici che reali. Tutto in attesa del quarto turno quando le preferenze necessarie saranno 505 e si comincerà a fare sul serio.

«Oggi abbiamo espresso scheda bianca come partito - spiega il senatore Karl Zeller - ma appena il quorum sarà accessibile ci schiereremo senza indugio con Mattarella. Il profilo è giusto e non ha le controindicazioni di Romano Prodi o Giuliano Amato». Zeller, comunque, ieri non era alla Camera: arriverà per il voto “decisivo”. Chiaramente allineati i deputati Daniel Alfreider e Manfred Schullian: «La linea dettata ci convince. La scelta è ineccepibile e la prima votazione è stata inutile perché alcuni partiti, come il Movimento Cinque Stelle, si sono messi di traverso». Pronti alle direttive di via Brennero anche Renate Gebhard e Albrecht Plangger. Una sfumatura più prudente arriva dall’altro senatore Hans Berger: «Non vorrei che il nome del Presidente della Repubblica creasse una spaccatura di governo. In questo senso mi preoccupa lo smarcamento che il Nuovo Centrodestra ha avuto su Mattarella. Credo, in ogni caso, che il nome uscirà da un poker che vede in corsa anche Anna Finocchiaro, Romano Prodi e Pierluigi Bersani». Tra i grandi elettori anche Thomas Widmann come presidente della Regione. «È un’esperienza formativa e affascinante: non capita tutti i giorni. Dobbiamo prestare attenzione a chi difende la nostra autonomia e in questo senso Mattarella è un nome più che valido». La più tranquilla di tutti, comunque, è il deputato Pd Luisa Gnecchi: «Mattarella ce la fa di sicuro, non c’è nessun dubbio. Non aspettatevi sorprese». Per lei scheda bianca come da direttiva di partito. Sfumature più varie, invece, si colgono nel fronte di chi proprio il foglietto bianco non lo ha voluto lasciare. «La trovo una mortificazione - commenta il senatore Francesco Palermo - e non mi adeguo solo perché lo ordina Matteo Renzi. Personalmente ieri ho optato per Emma Bonino, oggi sceglierò Luigi Manconi. Si tratta di voti di natura simbolica. Poi, chiaramente, Mattarella incontra anche il mio gradimento».

Scelta originale anche per Florian Kronbichler che ieri ha voluto omaggiare Luciana Castellina. «Un esempio di politica e una donna elegante. Apprezzo moltissimo anche Mattarella: un uomo sobrio, tendenzialmente serio, indipendente e che non piace a Berlusconi. Finalmente abbiamo rotto il Patto del Nazareno». Alessandro Urzì, dal canto suo, ha spiegato la scelta sulla pagina Facebook “Il tuo Presidente della Repubblica”: «La rinuncia al voto è un tatticismo che mortifica il Parlamento e le Regioni italiane. Si è rinunciato a un’intesa di larghe intese per una candidatura autoreferenziale di Renzi. Io ho scelto Antonio Martino, la cui natura profondamente liberale ha sposato la mia aspirazione a dare all’Italia un Presidente d’equilibrio». Chi ha un diavolo per capello, infine, è Michaela Biancofiore che Mattarella proprio non lo vuole sentire. «Siamo stati usati dal premier e questo nome non è per nulla il profilo che ci interessa. Si tratta di una pura provocazione e allora a questo punto noi rispondiamo con la stessa arma e votiamo Bersani. Poi, chiaramente, ci atterremo alle indicazioni di Berlusconi». Oggi si ricomincia.

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