Autotrasporti, aziende in calo del 30%

Colpa della produttività a picco e della concorrenza feroce dell'Est


Alan Conti


BOLZANO. Costi di gasolio e gestione, burocrazia, produttività a picco e una concorrenza feroce in arrivo dall'Est: il settore degli autotrasportatori altoatesini paga a caro prezzo queste difficoltà e le aziende operative sono oggi 900 con un 30% in meno rispetto a pochi mesi fa. L'assemblea degli autotrasportatori della sigla Fit interna alla Cna tenutasi ieri è stata l'occasione per ribadire ai vertici nazionali della categoria tutto il malcontento per una crisi difficile da superare.

«I dati certificano uno stato di sofferenza - le parole del presidente di Cna Claudio Corrarati - e le 900 aziende locali operative lamentano una contrazione del 30%». Le difficoltà del settore, infatti, sono a Bolzano le stesse patite a Foggia dato che i margini di intervento dell'autonomia sono ridotti su problematiche di scala nazionale. Rispetto ad altre sigle, però, nella nostra provincia nessuno ha voluto cavalcare l'onda dei fermi autostradali di qualche mese fa.

«Crediamo - spiega il responsabile regionale Cna/Fit Peter Schwienbacher - che non sia il momento giusto per un'azione di protesta così forte. Siamo, infatti, in una fase di trattativa con il governo, quindi abbiamo ritenuto opportuno confrontarci sui tavoli di discussione e non cercare il muro contro muro».

Alcuni soci, però, non hanno gradito la scelta di defilarsi e in assemblea hanno manifestato un certo malcontento. «Sappiamo di una certa irritazione tra i lavoratori e la comprendiamo perfettamente. Questa è una crisi che affonda le radici nella deregolamentazione europea di 20 anni fa. Siamo vittime di una concorrenza durissima in arrivo dall'Est e, gravati come siamo da accise, ticket autostradali, costi della benzina alle stelle, blocchi della circolazione e assicurazioni costosissime, non possiamo reggere il passo».

L'Europa, dunque, tende ad essere troppo grande per un settore che il sistema Italia non aiuta. «E' esattamente così - conferma Cinzia Franchini, presidente nazionale di Cna/Fit - perché mancano condizioni uguali per tutti. La massima concorrenza tanto sbandierata, purtroppo, non avviene in condizioni di uguaglianza e il nostro Paese impone alle nostre aziende costi aggiuntivi impressionanti. Ovviamente anche realtà reattive come l'Alto Adige pagano dazio. Qualche piccolo passo avanti lo abbiamo fatto ottenendo la restituzione delle accise su base triennale e non più annuale, ma adesso intendiamo ottenere qualcosa in più nella riduzione delle giornate di divieto di circolazione. Il governo Monti si spende tanto per liberalizzare il lavoro, ma fermare i nostri camion così spesso è un controsenso evidente rispetto a questa filosofia». C'è, inoltre, la grana assicurazioni.

«Molti istituti - spiega il responsabile nazionale Mauro Concezi - si rifiutano di assicurare le aziende di autotrasporti. Non solo, i preventivi sono praticamente identici ovunque ci rivolgiamo: evidentemente si è costituito un cartello tra le agenzie che ci mette in ginocchio. Chiediamo sia istituito un tavolo di confronto per risolvere questa situazione». Le previsioni per il 2012 sono tutt'altro che rosee.

«Inutile nascondersi - chiude Franchini - o illudersi di uscire presto dalla crisi. Noi siamo un settore che offre servizi alla produzione e se gli indici di produttività guardano tutti verso il basso, noi non potremo che seguirli. Al nostro interno, però, dobbiamo rispettare le tariffe minime previste dall'albo ed evitare scorretti giochi al ribasso per guadagnare un viaggio in più danneggiando l'intera categoria».

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