Avs, arrivano i cartelli bilingui: nuova segnaletica a Castel Flavon

Il presidente Simeoni avverte: «Si procede un po’ alla volta. La politica deve darci indicazioni». Durnwalder freddo sull’accordo firmato con Delrio: siamo stati troppo generosi sui nomi



BOLZANO. Qualcosa si muove. Nei giorni scorsi l’Avs nella zona di Castel Flavon ha installato nuovi cartelli bilingui al posto della precedente segnaletica in lingua tedesca. Come a Bolzano, cartelli che ripristinano il bilinguismo stanno comparendo in altre vallate. Un segnale importante, ma è solo l’inizio. Il presidente dell’Avs Georg Simeoni precisa: «Sostituiamo i cartelli quando necessario. Niente di più, finché non arriveranno indicazioni precise dalla politica». A scaldare il tema ci pensa il presidente Luis Durnwalder, che ha appena firmato l’accordo sulla segnaletica con il ministro Graziano Delrio: «Sui nomi siamo stati troppo generosi. Dovremo tornare a discutere». Così Simeoni: «Per la conca di Bolzano i nuovi cartelli erano già pronti, tutti bilingui. Quando serve, li sostituiamo e in quel caso ci muoviamo come riteniamo. D’altronde non abbiamo ancora indicazioni dalla politica». Sempre Simeoni aggiunge provocatoriamente: «Se trovassimo uno sponsor privato per la segnaletica, nessuno ci potrebbe dire come muoverci». È una prospettiva concreta? «La realtà è meno drammatica di quanto non si creda. Bilinguismo non è binomismo e sul bilinguismo l’Avs non ha alcun problema», così Simeoni.

Durnwalder precisa invece la propria posizione sull’accordo firmato con Delrio, che dovrà tradursi in una noma di attuazione e nella modifica della legge provinciale sulla toponomastica. «Speravo che saremmo riusciti a trovare un accordo su tutto, invece non è stato possibile». Così Durnwalder nel balletto di cifre sui nomi ancora contestati nella lista dei 1526: «Non c’è ancora accordo su 32. Su 16 di questi siamo troppo distanti, mentre su 16 si potrà ancora parlare».

Un piccolo giallo politico. Nel Dolomiten di ieri Durnwalder lamentava «sui nomi siamo stati troppo generosi» e si lasciava intendere una stoccata ad Arno Kompatscher. Il candidato presidente e Martha Stocker erano stati chiamati da Durnwalder nel 2011 a riprendere in mano il lavoro sui nomi, dopo il ripudio della commissione di tecnici con Rainer e Denicolò. Ieri al telefono Durnwalder ammorbidiva la posizione: «Stocker e Kompatscher hanno fatto il loro lavoro. Al tempo avevo ritenuto troppo larghi i criteri della commissione con Rainer. Resta che avrei preferito chiudere con un accordo pieno...». Il tema dei criteri del gruppo Rainer è attuale, perché sono richiamati nella premessa dell’accordo con Delrio ma non nella parte impegnativa. Da qui le differenti interpretazioni emerse nei giorni scorsi. Secondo Durnwalder, quei criteri non possono essere vincolanti per la norma di attuazione: «Non si può dire che la versione italiana di un toponimo sia diffusamente utilizzata solo perché compare negli atti pubblici».

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