Avventura a -70 gradi per Lunger e Moro 

I due alpinisti sono partiti alla volta della regione più fredda della Siberia: puntano al Pik Pobeda



BOLZANO. È iniziata l’avventura a meno 70 di Simone Moro, 50 anni, bergamasco d’origine e altoatesino di adozione (abita ad Ora), l’unico ad aver scalato per la prima volta al mondo quattro Ottomila in inverno, e di Tamara Lunger, 31 anni di Cornedo all’Isarco, che assieme a lui ha conquistato in invernale il Nanga Parbat.

L’altro giorno i due alpinisti sono partiti dall’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) alla volta della regione montuosa chiamata Chersky Range nella Siberia orientale, dove s’innalza il Pik Pobeda, 3003 metri di roccia e ghiaccio, molto vicino al Circolo Polare Artico.

«Lo chiamano il Polo del Freddo – ha raccontato Moro prima di partire –: la temperatura più bassa registrata ufficialmente nel centro abitato è stata di -71,3 C° . Non oso pensare come sarà sulla granitica montagna che vogliamo esplorare nella stagione più gelida dell’anno. Dovremo dormire in buche scavate nella neve, perché nella tenda rischieremmo di morire».

Il Pik Pobeda non è mai stato salito in inverno, perché le temperature sono proibitive.

Raggiungere la montagna sarà comunque già un’impresa per il team (di cui fanno parte anche Matteo Zanga e il reporter italo/russo Filippo Valoti Alebardi), visto che dopo tre voli aerei il gruppo dovrà muoversi a bordo di jeep, motoslitte, a tratti con le renne e infine con gli sci ai piedi. L’obiettivo della nuova spedizione è molto ampio: un mix dal punto di vista alpinistico, documentaristico e antropologico.

Per i due alpinisti, molto noti anche al grande pubblico, sarà l’occasione di conoscere e scoprire come vivono persone, famiglie e bambini che abitano a 50 gradi sottozero con solo quattro ore di luce al giorno.

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