L’esperta

Azzardo, è sos giovani: «Già a 18 anni aprono conti online per giocare»

Sarah Giomi psicologa al Forum prevenzione: «Gli accessi crescono del 50%



BOLZANO. Il gioco d'azzardo, una rovina. Al Centro Trevi di via Cappuccini fino al 15 marzo è aperta "Play smart", mostra interattiva sul gioco d'azzardo. In Italia un business da 136 miliardi. Una decina di manovre economiche. E la proiezione sale a 150. Da rilevare che la spesa per prodotti alimentari è stata di 160 miliardi.

Vincere alla lotteria, si diceva, era come trovare l'ago in un pagliaio. Altri mondi. Adesso è ancora più difficile. Prendiamo il "gratta e vinci", la culla dell'azzardo, la prima tornata dell'illusione: mettendo in fila una lunga serie di "gratta" da 100 milioni e 800 mila biglietti si coprirebbe una distanza di 15 mila e 20 chilometri. La Russia, tutta, dall'Ucraina al mar del Giappone e allo stretto di Bering, è lunga intorno ai 7 mila. Dunque, il doppio. Ebbene, per chi spera, ecco la brutta notizia: il 41% dei biglietti farà vincere 5 euro ma solo l'1,2 % dei "gratta e vinci" darebbe un premio di 500 euro. Infine 20 biglietti - che coprirebbero solo 20 metri di quei 15 mila e oltre - farebbero accedere al premio principale. Meglio il pagliaio e il suo ago.

Per questo nell'atrio del Trevi c'è una vasca di plastica con dentro milioni di coriandoli bianchi. Sarah Giomi invita chi passa di lì a scovare, in quella massa, il solo coriandolo rosso presente: «Ecco, provateci. Avrete la stessa percentuale di probabilità di vincere al gioco».Giomi è psicologa al Forum prevenzione. Uno dei presìdi delle dipendenze. Dentro le quali, finalmente, è stato inserito il gioco che, ora più dell'alcol e del fumo, in certi casi devasta le menti, occlude i cervelli, distrugge conti in banca e, subito dopo, anche famiglie, amori, affetti, relazioni.

«Per chi perde, perché perdere è inevitabile, c'è sempre il pensiero: la prossima volta copro il buco. No, il buco non si chiude mai». Perché alla fine vince sempre il banco. O lo Stato o la macchinetta mangia soldi. Dice Martin Fronthaler, di Bad Bachgart, a Rodengo, un centro per le dipendenze che ha 25 ricoverati: «I numeri? Non li sappiamo. Da noi arriva la punta dell' iceberg. E nessuno bussa e si presenta perché lo decide in autonomia. Ognuno di quelli con i quali veniamo in contatto per qualche ragione ci dice: ma va là, non sono così grave».

Ma qualche numero lo rivela l'apertura dei conti online. I numeri dedicati ai giochi sul web: sono aumentati a dismisura i conti aperti nella fascia d'età tra i 18 e i 25 anni. Lì si gioca e si punta duro. Come se non ci fosse un domani. Poi il domani arriva e allora si avviano i drammi, personali e famigliari. «Proviamo adesso a far capire che cosa accade in questo mondo attraverso una serie di pannelli interattivi, di filmati, di esempi», spiega Peter Koler, che guida il Forum prevenzione, «e tentando di aprire una finestra al gioco in sé, senza per forza metterci dentro i soldi...».

Sarah Giomi, noi quanti soldi buttiamo nel gioco d' azzardo?

Per il Trentino Alto Adige la spesa pro capite nel 2022 è stata di 907 euro per il solo gioco fisico. Ma la questione è l'aumento costante. In Alto Adige l'incremento, in particolare nelle fasce giovanili attratte dal gioco, si prevede superi il 50 per cento. Ci entrano giovani. E sempre più giovanissimi. Appena possono, aprono un conto online per giocare con gli strumenti digitali, telefonini, computer. Questo lo si vede dal fatto che sale la fascia d'età subito dopo i 18 anni.

Si abbassa l'età degli accessi?

È un dato. E sta qui il pericolo. Perché non possiedono neppure l'esperienza. Pensano che sia un gioco.Come la macchinette in mano a loro fin dalle elementari?Così. Dai giochi interattivi, con playlist dei più realistici o violenti, si passa alla puntata, alla scommessa.

È stato coniato un neologismo: da online, per dire dell'accesso in rete, all'onlife. L'online che entra nella vita. È così?

È questo il meccanismo. La difficoltà di riconoscere il piano reale da quello virtuale, di distinguere tra le due vite, di stare davanti al computer o fare i conti con le cose vere.

Come entra il denaro in tutto questo, soprattutto in giovane età?

È percepito sempre più come un valore. E sale la percezione, attraverso il mondo dei social, che circonda i ragazzi, che lo si possa ottenere facilmente. Questo ti dice la pubblicità.

E gli influencer?

Anche. E cosa di meglio che farlo agevolmente, asetticamente, con un gioco d'azzardo. Sperando nel colpo grosso.

Che viene visto come?

Una scorciatoia. O anche una rivincita. Sulla vita, sui problemi, la scuola, gli amici e tutto il resto. C'è dentro questo contesto una evidente vulnerabilità dei soggetti che ci entrano. L'idea che ci possa essere un controllo economico sulle puntate del gioco. Che con un impiego minimo di denaro molto sia possibile.

Invece?

I numeri parlano chiaro. Nessuno vince, tutti perdono.

Ma c'è chi ci riesce?

L'esempio dei milioni di coriandoli e di uno rosso, uno solo in mezzo a loro, è calzante. Ci aggiungerei questo però: è come trovarlo su un milione, ma in più far alzare la monetine otto volte e per otto volte riuscire a farle ricadere tutte e otto sulla testa. E poi pescare il coriandolo. È questa, quasi alla lettera, la percentuale di successo al gioco.

E la mostra Centro Trevi?

Ospitiamo tutti i giorni intere classi di studenti. Proponiamo tutto questo tra oggetti e meccanismi a loro familiari, giochi interattivi, dialoghi, filmati. E numeri, non illusioni. La realtà è che questo aumento va fermato, non possiamo più destinare all'azzardo e alla dipendenza nuove generazioni di ragazze e ragazzi. P.CA.













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