Azzardo, in Alto Adige spendiamo 1.300 euro a testa

Videopoker e Gratta e vinci i più gettonati. Nel 2012 si bruceranno 310 milioni. Ieri l’audizione in consiglio


di Valeria Frangipane


BOLZANO. C’è chi si gioca lo stipendio, chi l’ha già fatto con l’eredità ed il Tfr. Il rapporto tra gli altoatesini ed il gioco d’azzardo si è fatto drammatico. Le ultimissime proiezioni che parlano per il 2012 di una previsione di spesa pro capite di 1.300 euro - per un totale di 310 milioni giocati in tutta la provincia - impongono alla politica scelte immediate. Lo sa bene la terza commissione legislativa - presieduta da Walther Baumgartner (Svp) - che ha raccolto nell’aula del consiglio un’audizione con i maggiori esperti del settore: «Due anni fa abbiamo approvato una legge importante ma il gioco é sempre più diffuso e pubblicizzato il che rende una riflessione ancora più urgente».

Le cifre. Impressionanti le cifre sciorinate da Federico Parisi, direttore dell’ufficio regionale per il Veneto e Trentino Alto Adige dei Monopoli di Stato, che ha specificato come l’azzardo abbia mosso in Italia nel 2011 circa 70 miliardi di euro e come in Alto Adige a tutt’oggi si giochino 1.130 euro a testa all’anno: «La situazione è in ulteriore crescita visto che la previsione di spesa per il 2012 schizzerà a 1.300 (in Italia è a quota 1.083). La provincia di Bolzano ha 18 sale dedicate ed altre 29 in stand-by e registra una vera e propria esplosione del giro di affari dei videopoker che nel 2011 hanno incassato 274 milioni per una previsione di spesa per il 2012 di 310 milioni. Il problema è anche che certe macchine accettano banconote da 500 euro questione che porta con sè grande facilità di perdere somme anche cospicue». Pichler Rolle (Svp) ed Alessandro Urzì (Fli) - che hanno promosso l’audizione - sono impressionati dai dati: «Ci giochiamo ogni giorno 2 milioni di euro. La politica deve trovare il modo di muoversi». Arno Kompatscher, presidente del Consiglio dei Comuni, sottolinea che molti sindaci sono chiamati ad affrontare la problematica, e che sono diffusi, anche nei paesi, casi di famiglie che si sfasciano e che a causa della dipendenza da gioco non riescono più a pagare l’affitto. «Abbiamo consigliato ai Comuni di redigere un piano che indichi le zone sensibile, in modo che i gestori di sale gioco sappiano dove possono agire e dove no. Molti Comuni hanno iniziato a stilare questi piani e non credo che i divieti portino alla ghettizzazione». Il Consiglio ha suggerito ai Comuni anche di valutare attentamente le richieste di cambio di destinazione urbanistica, verificando e comunicando con chiarezza la vicinanza a zone sensibili.

«Negli alberghi non c’é bisogno di licenza aggiuntiva per installare macchinari ma ora che si sa che la limitazione é conforme alla Costituzione bisognerebbe insistere sulla limitazione agli esercizi visto che i sindaci hanno chiesto più volte di affrontare con più decisione il problema».

Il Sert. Bettina Meraner, del Sert di Bolzano, ha parlato quindi di una situazione grave: «C’è chi si gioca lo stipendio con le macchinette non appena ce l’ha in mano. La mia esperienza mi insegna che la dipendenza modifica la struttura cerebrale, con conseguenze devastanti. Ditemi voi come fa una persona a salvarsi quando in ogni angolo - dal tabacchino al bar - esiste la possibilità di giocare. Il numero di persone in cura é raddoppiato e il trend è in crescita: per me la dipendenza, che ha conseguenze pesanti sulle famiglie, va curata il prima possibile. Meraner ha sottolineato come in Germania si possa pubblicizzare il gioco ma occorra indicare anche il pericolo della dipendenza. La dottoressa ha quindi criticato l’FC Alto Adige sponsorizzato da Casinos Austria.

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