Azzardo, in provincia 3000 macchinette

Sono 24 ogni diecimila abitanti. Gli altoatesini spendono al gioco il 2,9% del Pil. Un milione e mezzo in “nero”


di Davide Pasquali


BOLZANO. Rispetto al resto d’Italia, l’Alto Adige è risparmiato o quasi da infiltrazioni della criminalità mafiosa, gioco in nero e usura. Ma non per questo si può definire un’isola felice rispetto al dilagare dell’azzardo, perché anche a Bolzano si gioca tanto, troppo. Il dato più significativo finora sconosciuto? A fine 2012 in provincia erano attive la stratosferica cifra di 2.939 macchinette, fra slot e videolottery. Lo si evince da un corposo rapporto elaborato dalla Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II, intitolato “Il gioco d’azzardo e le sue conseguenze sulla società italiana” appena presentato a Roma nelle sede nazionale della Caritas. «L’azzardo - si legge nell’introduzione allo studio - in Italia è diventato negli anni della crisi una delle cause principali dell’indebitamento di famiglie e imprese».

Il circolo vizioso è drammaticamente semplice da spiegare: la disoccupazione accresce la propensione all’azzardo, la quale alimenta criminalità e usura, con contestuale peggioramento della crisi economica, che a sua volta fa aumentare la disoccupazione e via peggiorando. Nella classifica delle province per incidenza di spesa per alea e incoerenza tra reddito e consumi, Bolzano è all’ottavo posto se si considera l’indice di coerenza tra reddito e consumi, mentre è al primo posto assoluto per la percentuale di spesa in gioco d’azzardo sul reddito disponibile. Ma questo dice poco o nulla, solo che spendiamo ciò che abbiamo in tasca, senza ricorrere all’usura. Più interessanti i dati su quanto si spenda. Per il Lotto ogni altoatesino getta al vento in media 63 euro all’anno, mentre la spesa per Superenalotto è di 98 euro. In questo caso siamo 101esimi su 103 province. Saliamo al 48esimo posto per la spesa nelle macchinette, new slot e videolottery: nel 2012 in provincia di Bolzano si sono spesi 756 euro a testa. Mentre in molte altre province e regioni italiane tra l’azzardo ufficiale e l’azzardo in nero si sono registrati e/o stimati scostamenti anche molto significativi, in Alto Adige da questo punto di vista siamo un’isola abbastanza felice. Se a Napoli, capitale italiana del gioco in nero, la differenza percentuale tra registrato e nero nelle macchinette supera il 104% a Bolzano siamo solo allo 0,39%. Solo Pordenone, Oristano, Chieti e Biella stanno meglio di noi. Comunque sia, la stima dell’ammontare della differenza tra registrato e nero non è proprio da sottovalutare: 1,499 milioni di euro, con Bolzano all’11esimo posto tra le città più virtuose.

Ma se gli altri stanno peggio, noi non stiamo di certo bene. E il dato più inquietante riguarda il numero di macchinette presenti in provincia. Bisogna tenere conto del fatto che nel 2012 ancora non aveva avuto effetto la legge provinciale sui luoghi sensibili - la quale ha fatto diminuire le macchinette nei bar, specie a Bolzano, ma le ha fatte esplodere nei tabacchini, senza tener conto delle sale giochi e del nuovo fenomeno dei totem più o meno illegali. Fatto sta che nel 2012 in Alto Adige erano in servizio la bellezza di 2939 macchinette, quasi 24 ogni diecimila abitanti, nelle quali gli altoatesini hanno gettato al vento il 2,9% del Pil provinciale.

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