Azzardo, Provincia al Consiglio di Stato

Impugnata la sentenza del Tar che giudicava severe le regole sul “distanziometro”. Tra i «Lea» inseriti anche i ludopatici


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Sul gioco d’azzardo la Provincia non è disposta ad arretrare di un solo millimetro. Ieri la giunta ha impugnato infatti la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso dei gestori (cinesi) contro la chiusura di una sala giochi a Bolzano. Nel 2016, in particolare, la Provincia aveva dichiarato decaduta l’autorizzazione per sale dedicate con apparecchi Vlt (videolottery) in quanto il locale risultava posizionato troppo vicino a luoghi considerati sensibili. I famosi 300 metri del cosiddetto «distanziometro». Ieri la Provincia ha deliberato di presentare appello al Consiglio di Stato contro la sentenza, che ritiene non condivisibile sotto diversi aspetti sul piano del diritto e delle motivazioni. Per difendere la sua regolamentazione in materia - la più rigorosa in assoluto a livello nazionale - ha affidato la difesa all’Avvocatura che sarà supportatata dall’avvocato Michele Costa di Roma. La revoca dell'autorizzazione da parte della Provincia, analogamente a quanto avvenuto per un’altra sala giochi nel capoluogo, puntava a contrastare le ricadute sociali negative legate al gioco d’azzardo. Come noto, a questo scopo la giunta ha introdotto un regolamento sul territorio altoatesino che esclude l’attività delle sale gioco nel raggio di 300 metri da determinati luoghi pubblici sensibili. Nelle motivazioni della sentenza che accoglieva il ricorso dei gestori, il Tar aveva tra l'altro giudicato troppo severe le regole adottate dalla Provincia nell’individuazione dei luoghi sensibili. Un braccio di ferro, dunque, in punta di diritto, destinato a durare ancora parecchi mesi.

Anche i ludopatici nei «Lea». Intanto proprio ieri la Provincia ha approvato i criteri previsti dallo Stato per quanto riguarda i Livelli essenziali di assistenza (i cosiddetti Lea). Si tratta, in concreto, delle prestazioni e dei servizi medici di base a cui hanno diritto tutti i cittadini. In futuro - ha spiegato l’assessora Martha Stocker - dovranno essere inseriti anche i pazienti affetti da ludopatie in quanto attualmente si sta lavorando ad un progetto per la riorganizzazione della rete per le dipendenze e degli standard in questo settore. Più in generale, secondo l’assessora, «può ritenersi completa l’offerta provinciale per quanto riguarda l’assistenza territoriale e domiciliare nel quadro della psichiatria infantile e dell’età evolutiva, mentre per l’età di passaggio tra l’età evolutiva e gli adulti devono essere ancora identificate misure e soluzioni opportune».

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