Baby-squillo parte civile contro i clienti

Le tre ragazze chiederanno anche il risarcimento: «Siamo vittime». Nuovi guai per i sedici bolzanini finiti sul registro degli indagati, così come per la 25enne, il padre e la 46enne che avrebbe fatto entrare in Italia illegalmente le ragazze


Susanna Petrone


BOLZANO. Le tre baby-lucciole marocchine sono pronte a costituirsi parte civile nel processo che vede coinvolti sedici uomini di Bolzano, accusati di avere pagato per avere prestazioni sessuali dalle tre ragazzine, che all'epoca dei fatti erano ancora minorenni. Tutte e tre, dunque, sono pronte a presentare maxi-richieste risarcitorie tramite i legali, che provengono da fuori provincia. In parole povere: nuovi guai per i sedici bolzanini finiti sul registro degli indagati, così come per la 25enne, il padre e la 46enne che avrebbe fatto entrare in Italia illegalmente le ragazze. Queste ultime, infatti, hanno spiegato di essere vittime di un giro di prostituzione minorile. Il che fa supporre che sono pronte a testimoniare sulla consapevolezza della loro minore età da parte di alcuni degli indagati.

Domani intanto sono chiamate a dichiarare quanto già detto davanti al pm Donatella Marchesini. L'incidente probatorio disposto dal giudice Carlo Busato, che si terrà nell'aula della Corte d'assise, inizia domani. Complessivamente i sedici uomini, con i rispettivi legali, andranno in aula per tre giorni consecutivi: domani, martedì e mercoledì. Le ex baby-squillo sono chiamate a ripetere le accuse su chi non avrebbe avuto scrupoli ad approfittare della loro condizione per indurle a fare sesso dietro compenso economico. Fisicamente, infatti, le ragazze non farebbero pensare a delle ventenni. Durante l'interrogatorio del magistrato, inoltre, sarebbe emerso che alcuni degli indagati avrebbero pagato per avere incontri sessuali quando erano appena 15enni. Durante l'incidente probatorio i 16 indagati, alcuni dei quali fanno parte della cosiddetta Bolzano-bene, avranno per la prima volta la possibilità di contestare nel concreto quanto detto dalle ragazze marocchine.

Alcuni degli indagati, infatti, hanno già fatto sapere che non erano al corrente dell' età delle ragazze. Queste ultime venivano presentate dall'escort marocchina di 25 anni come 18enni. La donna in questione, arrestata per sfruttamento della prostituzione minorile, avrebbe gestito il giro di connazionali - questo è quanto avrebbero dichiarato alcuni clienti - senza mai dire la reale età delle baby-lucciole. Uno dei professionisti coinvolti avrebbe inoltre dichiarato di essersi innamorato di una delle tre ragazze e di non avere mai pagato per gli incontri sessuali. Le somme di denaro consegnate, infatti, sempre secondo il professionista, sarebbero regali per la ragazza, nel tentativo di farla smettere di prostituirsi. Le tre baby-lucciole, una delle quali raggiungerà Bolzano da fuori provincia, dovranno dunque indicare con quali uomini - presenti in aula o comunque mostrati in foto - hanno avuto rapporti di natura sessuale a pagamento e dovranno inoltre spiegare se i clienti erano consapevoli di avere incontri con una minorenne.

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