Baby squillo risarcite con 50 mila euro

Una delle tre non riceve niente e avvia la causa civile. Ieri 9 patteggiamenti


Mario Bertoldi


BOLZANO. Per le ragazzine minorenni coinvolte nello scandalo delle baby squillo è scoppiata la guerra dei risarcimenti, avvenuti solo per due delle minori e rifiutati per la ragazzina più adulta, quella che all'epoca dei fatti aveva 17 anni. Le due minori risarcite si sarebbero accontentate, complessivamente, di circa 50 mila euro a testa. La terza, rimasta a bocca asciutta, ha annunciato causa civile con il patrocinio dell'avvocato Federico Fava che potrebbe anche esercitare opposizione all'ipotesi di archiviazione avanzata dalla Procura per dieci dei sedici clienti inquisiti.

L'avvocato Fava ieri ha contestato il mancato risarcimento alla propria assistita con cui due degli indagati (Sartori e Sacco) avrebbero avuto ripetuti rapporti sessuali ben sapendo che si trattava di una minorenne. Nonostante il mancato accordo complessivo, prima il Pm Donatella Marchesini e poi il giudice delle indagini preliminari Carlo Busato hanno ammesso tutti i patteggiamenti richiesti, nelle quantificazioni di pena già concordate. Le condanne patteggiate variano a seconda della gravità dei comportamenti emersi grazie alle centinaia di ore di intercettazioni ambientali e telefoniche. Le posizioni più lievi si sono rivelate quelle di Ettore Perri e Alessio Gallo.

Il primo ha patteggiato 3 mesi e 4 giorni di reclusione (ed una multa di 3 mila euro), il secondo ha concordato con la Procura (ed il giudice ha accolto la proposta) una pena a tre mesi con una multa di 2296 euro. La pena più elevata, invece, è stata concordata da Elio Sartori al quale è stato inflitto un anno di reclusione ed una multa di 6 mila euro. Queste le altre posizioni definite: Paolo Gadotti ha patteggiato 6 mesi e 1600 euro di multa; Antonio Sacco 4 mesi e 20 giorni e 4 mila euro di multa, infine Cosimo Ingusci se l'è cavata con una condanna a 8 mesi di reclusione e 4 mila euro di multa. A tutti il giudice Carlo Busato ha riconosciuto la sospensione condizionale.

Il Pm Donatella Marchesini ha lievemente modificato il capo d'imputazione sulla base, ovviamente, di quanto emerso nel dettaglio dell'inchiesta. La pena più severa patteggiata è stata riservata alla «maitresse» marocchina (zia di una delle ragazzine coinvolte) che ha dovuto rispondere di sfruttamento della prostituzione minorile. La sua posizione processuale, inizialmente molto pesante, si è via via ammorbidita a seguito della collaborazione prestata agli inquirenti.

La donna ha così patteggiato 2 anni di reclusione con una multa di 6 mila euro. La sospensione condizionale in questo caso è stata applicata solo alla sanzione detentiva mentre la multa dovrà essere interamente pagata. I complici della donna (un paio di famigliari accusati di violazione delle norme sull'immigrazione clandestina per aver portato a Bolzano le tre ragazzine) hanno patteggiato 22 mesi di reclusione e 14 mila euro di multa. Restano ancora in sospeso le richieste di archiviazione avanzate dalla Procura per dieci clienti. Il giudice deciderà nei prossimi giorni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi

Attualità