Badia divisa sui profughi Stocker: «Intesa possibile»

Dopo i no di Corvara e Badia al piano di protezione, parla l’assessore provinciale «I Comuni si accorderanno, magari ospitando numeri ridotti di richiedenti asilo»


di Ezio Danieli


VAL BADIA. La Val Badia, con le eccezione dei Comuni di La Valle e Marebbe, non è pronta ad accogliere i 38 richiedenti asilo che le sono stati assegnati dal piano provinciale. Nei giorni scorsi anche il consiglio comunale di Corvara ha detto no al sistema di protezione Sprar dopo il parere contrario di Badia e quello possibilista di San Martino che aveva condizionato il proprio sì al fatto che tutti gli altri comuni della vallata fossero d’accordo. Di fatto è un altro no.

L’assessore provinciale Martha Stocker ha preso atto del rifiuto. E non ne fa, per ora, un dramma: «Sono certa che una soluzione verrà trovata. Sono in continuo contatto con i singoli Comuni e con la Comunità di valle. Proprio da questi colloqui ritengo che i singoli Comuni riescano a trovare un accordo, magari ospitando ciascuno un numero ridotto di richiedenti asilo».

Il consiglio comunale di Corvara, nella sua ultima riunione, ha ribadito il no perché mancano strutture adeguate e perché la presenza dei profughi sarebbe vista malvolentieri da una parte della popolazione. Il consiglio, dicendo no all’arrivo dei profughi, ha preso fondamentalmente tempo; aspetta una decisione dell’assessore Stocker, che deve scegliere che fare dopo che è caduta nel vuoto la proposta che prevedeva l’arrivo a La Valle, in una struttura privata, dei migranti. Ferdinand Miribung, che aveva messo a disposizione la sua ex pensione Murin, non ha poi sottoscritto il contratto con la Provincia.

La vicenda era partita proprio a La Valle, dove s’era riunito un comitato formato dai rappresentanti del settore sociale di ognuno dei cinque Comuni badioti e dove era stata inizialmente raggiunta una sorta di intesa che prevedeva una ripartizione dei 38 profughi fra i Comuni di Badia, Corvara, La Valle, San Martino e Marebbe. Corvara aveva ribadito come «una soluzione è possibile solo se viene trovato un accordo fra tutti i Comuni e senza l’imposizione di un Comune sull’altro». Poi era spuntato l’alloggio che poteva ospitare i profughi a La Valle e la gestione degli ospiti avrebbe potuto essere affidata a Volontarius dopo la rinuncia della Caritas già oberata di impegni nel settore. In un’assemblea a La Valle, affollata e alla presenza di Stocker, la maggioranza dei presenti aveva espresso la propria contrarietà e Ferdinand Miribung, il privato che aveva messo a disposizione l’ex pensione Murin, era stato anche criticato. Il proprietario dell’ex pensione Murin, a quel punto, non se l’era più sentita di proseguire con l’offerta e aveva comunicato la sua rinuncia, a malincuore.

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