Badia, sindaco indagato per abuso

Frenademetz rischia il rinvio a giudizio per la concessione edilizia rilasciata all’albergatore Pizzinini


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Il sindaco di Badia Giacomo Frenademetz si dice estremamente tranquillo con la propria coscienza ma potrebbe essere costretto nei prossimi mesi ad affrontare un processo per abuso in atti d’ufficio in relazione alla concessione edilizia rilasciata nell’ottobre del 2010 a Paolo Pizzinini, noto albergatore, titolare dell’Hotel «Rosa Alpina», uno dei più quotati e prestigiosi della valle. Fu un esposto a mettere in moto la magistratura. Ed ora dopo, quasi due anni di indagini ed accertamenti tecnici, il sostituto procuratore Giancarlo Bramante ha depositato l’avviso di conclusione indagine, atto formale che è l’anticamera della richiesta di rinvio a giudizio. «Io sono estremamente tranquillo - ha ribadito ieri il sindaco Frenademetz - so di essere sotto inchiesta ma so anche di non aver mai firmato una concessione in difformità dal parere della commissione edilizia. Io non posso però sapere se i documenti presentati dai richiedenti siano veritieri o meno».

In effetti sotto l’attenta lente della procura della Repubblica è finito anche il geometra Giovanni Call che curò una parte degli incartamenti dell’albergatore Pizzinini. Al centro del caso c’è il recupero ed ampliamento (con spostamento di una cinquantina di metri) della cubatura di una vecchia centrale elettrica di San Cassiano, in disuso dal 1957 e di proprietà dello stesso Pizzinini. Una vecchia struttura già utilizzata in passato come dormitorio per il personale alberghiero del “Rosa Alpina”. Le condizioni fatiscenti della struttura (che sarebbe stata pericolante) ne hanno suggerito l’abbattimento con un progetto che comprendesse il recupero della cubatura sulla base della normativa riguardante il verde agricolo. Il presunto falso sarebbe avvenuto proprio in questa fase. Agli atti del procedimento in mano al pubblico ministero Bramante vi sono gli esiti di una consulenza tecnica della Procura che confermerebbero le ipotesi accusatorie. In sostanza, posto che il recupero della cubatura è previsto solo per immobili di almeno 300 metri cubi, la documentazione tecnica allegata alla richiesta di concessione avrebbe aumentato di una ventina di metri cubi l’effettiva volumetria della vecchia centrale che sarebbe stata in realtà di poco inferiore ai 300 metri cubi. «Quando vengono presentati dei progetti - si difende il sindaco Frenademetz - il primo responsabile è il committente. Io non posso sapere se la documentazione tecnica allegata sia veritiera o falsa. Ma tutte le pratiche passano comunque per l’ufficio tecnico del Comune e vengono valutate dalla commissione edilizia composta da 9 membri tra cui il rappresentante provinciale». Il progetto, che ha ottenuto il via libera del sindaco dopo il parere favorevole anche della commissione edilizia, prevede la costruzione di una struttura residenziale (800 metri cubi con 3 o 4 mini appartamenti) che Paolo Pizzinini dovrebbe costruire a pochi metri dalla vecchia centrale abbattuta. I lavori, per effetto dell’inchiesta penale in corso, non sono però ancora iniziati.

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