Banchi chiusi e fila indiana Piazza Erbe, lavori iniziati 

Disagi per gli spazi esterni dei bar. Frutta e verdura: settimane senza incassi L'opera nel suo complesso costerà alle casse comunali circa 150.000 euro



BOLZANO. Eccola piazza Erbe che inizia i suoi due mesi di passione. Il cantiere per la sua ripavimentazione è iniziato ieri e durerà fino ai primi di marzo da via Streiter al "banco 29". Poi, per altri trenta giorni da lì a via Museo, fino all’8 aprile. L’anno prossimo, di questi tempi, il resto (apertura cantiere l’11 marzo 2020, chiusura l’8 aprile). Passione non è una metafora. "Ora chiudiamo e per quattro settimane niente incassi" dice il gestore del primo banchetto della piazza. Ha appena chiuso tutto con gli operai che stanno già tastando il terreno. Primo passo, via i cubetti. Poi tutto il resto: scavo, posa della resina per evitare intercapedini tra le pietre. Costo: 150mila euro, per iniziare. Appalto affidato alla Adarte di Fornace (Tn). Da ieri, c’è solo lo spazio per passare, quasi in fila indiana, raso muro sulla destra. "Ho sentito di qualcuno che ha aperto uno spazio qui dietro. Paga l’affitto per un mese, tanto da non perdere gli affari..." dicono gli operai che hanno passato le prime ore della mattinata a concordare spostamenti e posa delle reti di protezione. Ma c’è un’altra questione: i banchi della mescita del “Nadamas”. Qui la storia si fa delicata. Dice una ragazza che ci lavora: "Ho chiesto a quelli del cantiere: posso tenere aperti i miei tavolini all’aperto? Loro mi hanno detto: faccia pure... Ma non siamo sicuri. Così abbiamo scritto una mail al Comune". La domanda è stata questa: si può ospitare avventori nel dehors esterno oppure va tenuto chiuso? In realtà per ora si potrebbe. "Dobbiamo capirci - dice Mario Begher, l’ingegnere del Comune - perchè se apre uno poi che diciamo agli altri? Il problema è la sicurezza. Anche per i banchetti della frutta e gli altri generi di mercato i metri a disposizione per comprare e vendere non ci sono, gli operai devono potersi muovere. Oggi è così ma domani arrivano le macchine. É pericoloso...". Anche al Nadamas sembrano essersi convinti. É probabile che gli spazi all’aperto resteranno chiusi per un mese, non disponibili. Ma anche quelli che avevano l’abitudine di stazionare fuori dal locale con la birra in mano non è che se la passeranno bene. Sul marciapiedi, ieri mattina, transitava un pedone, massimo due a stare attenti e facendosi stretti. Insomma, sarà come una casa in ristrutturazione: fare di necessità virtù. "La piazza andava risistemata" insistono in municipio. E aggiungono che , dopo, tutto andrà meglio. Un luogo più elegante e sicuro, nessun tacco che si infila negli interstizi tra cubetto e cubetto perchè le "fughe" verranno lisciate con la resina. "E poi - spiegano - tutta l’agenda dei lavori, i tempi, le chiusure e il resto sono stati concordate con gli esercenti dei banchi e dei locali". Ma ora che la questione è concreta, difficile adattarsi. Faranno affari i banchetti rimasti agibili. Quelli raddoppieranno gli introiti. Ma poi, da marzo ad aprile, toccherà a quelli oggi in stato di guerra tornare alla vita. Si riproporrà comunque tra un mese il tema emerso col “Nadamas”: anche gli altri spazi all’aperto, tavolini e sedie saranno off limits o vi sarà la possibilità di sfruttare qualche pertugio? "Sfrutteremo l’esperienza di questi primi giorni per evitare disagi ulteriori - dicono i tecnici al lavoro in cantiere - e dunque se si potrà...". Il calendario è presto detto: da ieri e fino all’11 di marzo questa prima parte di piazza Erbe; da marzo ai primi di aprile, i lavori si sposteranno oltre la metà di questo primo tratto, liberando la zona del “Nadamas” e occupando invece banchi e bar fino all’incrocio con via Museo, alla fontana del Nettuno. Nel tardo inverno del 2020 infine, il cantiere interesserà l’ultimo tratto, fino a via Argentieri. I fondi per la riqualificazione sono stati trovati sfruttando avanzi di bilancio. Si è infine deciso di innalzare le transenne in questo periodo perchè prima l’attività e l’attrattività del mercatino sconsigliava di creare disagio ai turisti in una piazza da sempre focus degli itinerari urbani dei visitatori e, invece, dopo il cantiere avrebbe coinciso con la bella stagione, altro periodo di forte presenza turistica e no. (p.c.)















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