Bandiera ladina rubata aperta indagine sulla destra tedesca
SELVA. Potrebbero essere giunte ad una svolta le indagini, in val Gardena, per il furto della bandiera ladina, avvenuto a Selva nel giorno del settantesimo compleanno del presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder. I carabinieri, ai quali è stata fatta una denuncia anche per violazione di proprietà privata e danneggiamento, stanno seguendo infatti una pista che porterebbe ad ambienti pangermanisti legati alla destra radicale tirolese. La bandiera verde, bianca e azzurra è un simbolo dell'identità e della cultura ladina e, subito dopo la denuncia, i militari dell'Arma si sono attivati per cercare di capire chi potesse avere interesse a rimuoverla. Anche perché, per come sono andati i fatti, non può certo essersi trattato di un episodio casuale o di una semplice bravata. Ignoti, infatti, hanno divelto una staccionata in legno di un metro, sono entrati in un terreno di proprietà privata e hanno rotto l'asta della bandiera, che le forze dell'ordine non sono più riuscite a trovare. In valle questo furto è diventato un piccolo caso, anche a seguito delle dichiarazioni del presidente dei Ladins Dolomites Albert Pizzinini. «Quanto è accaduto nella notte tra il 5 e il 6 ottobre - commenta il giovane leader dei Ladins - è un fatto grave e ci ha lasciato allibiti. Che ci fosse tanta ostilità nei confronti della coscienza e dell'identità ladina non ce lo si poteva certo aspettare. E c'era anche un precedente: il giorno della Canzone ladina, il 19 settembre, era stata fatta sparire al termine della manifestazione la bandiera ladina issata sul podio in piazza a Selva». I Ladins avevano chiesto una presa di posizione forte da parte delle istituzioni ed in particolare dall'assessore Florian Mussner e dal presidente della giunta provinciale Luis Durnwalder. «Chi non condanna apertamente certi comportamenti - ha dichiarato Pizzinini - è complice di chi li commette. A nostro avviso è stato discutibile anche il comportamento della Svp e dei Freiheitlichen, che in consiglio, a Selva, si sono schierati contro l'esposizione della bandiera nelle occasioni ufficiali». Proprio ieri Pizzinini, in un comunicato, ha preannunciato «sviluppi clamorosi, emersi in ambito investigativo». E tra le piste seguite dagli inquirenti c'è anche quella degli ambienti dell'estrema destra tirolese, a cui i vessilli sull'identità e l'appartenenza ladina sembra diano molto fastidio. Di sicuro, infatti, i ladini più che all'Austria e all'unità del Tirolo guardano con interesse a Cortina, Livinallongo, Colle Santa Lucia e alla val di Fassa.
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