il caso

«Basta con le estetiste abusive». La lotta della Cna: più controlli 

I vertici della Cna dal questore Valentino: tra i temi affrontati anche quello dei servizi alla persona. Secondo l’Istat, il tasso di irregolarità a livello nazionale è del 27,6%. Bonaldi: «La sensazione è che da noi si sia intorno al 50»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Purtroppo, nei periodi di difficoltà economica e in zone come l’Alto Adige dove il costo della vita è più alto che altrove, cresce l’abusivismo nel settore dei servizi alla persona, ovvero parrucchieri ed estetiste. Le possibilità di contrastare in maniera efficace il fenomeno sono realisticamente poche, ma almeno bisogna provarci». Quello dell’abusivismo è stato uno dei temi al centro dell’incontro, qualche giorno fa, tra il questore Andrea Valentino e la presidente del settore estetica della Cna Lisa Bonaldi; assieme a lei il presidente regionale dell’associazione Claudio Corrarati, i vicepresidenti Daniela Dal Col e Cristiano Cantisani. Cna chiede più controlli; il questore ha consigliato di puntare anche su campagne di sensibilizzazione della clientela.

Partiamo da quello che è un dato nazionale, secondo l’Istat il tasso d’irregolarità è del 27,6%. A livello locale, secondo le vostre stime, qual è l’ordine di grandezza?

Non ci sono, ovviamente dati ufficiali visto che parliamo di un fenomeno sommerso - dice Lisa Bonaldi -, ma a mio avviso siamo nell’ordine di quasi il 50%.

Se fosse veramente così, sarebbe una percentuale altissima.

Temo che la mia non sia solo una percezione, ma la realtà. Ci sono sempre più persone che lavorano abusivamente a domicilio. Puoi trovare di tutto: taglio e colore dei capelli, manicure, smalto semipermanente, ricostruzione unghie, trattamenti viso, massaggi, extension ciglia; addirittura trucco semipermanente che presuppone anche l’uso di aghi e pigmenti.

Funziona con il passaparola.

Certo, ma non solo. Oggi c’è chi usa sempre più anche i social, per pubblicizzare la propria attività fatta direttamente a domicilio.

Conviene a chi lo fa e conviene al cliente.

Certo, il costo della prestazione per il cliente è inferiore, perché la parrucchiera o l’estetista abusiva non paga l’affitto di un locale; non paga le tasse; non deve sottostare al rispetto di alcuna regola. La verità è che ogni attività abusiva penalizza coloro che operano legalmente. Non solo: mette a rischio la salute dei clienti. A chi chiedi i danni nel momento in cui dovessero insorgere dei problemi? A nessuno ovviamente, perché gli abusivi non hanno un’assicurazione. E comunque, non avrai in mano nulla che dimostri di aver ricevuto quel determinato servizio, visto che il pagamento viene fatto in nero.

Alle forze dell’ordine cosa chiedete?

Più controlli.

Facile a dirsi, meno a farsi.

Purtroppo, siamo consapevoli delle mille difficoltà che le forze dell’ordine incontrano ad entrare nelle case in cui si presume si operi abusivamente.

Il consiglio del questore?

Ha ammesso le difficoltà ad intervenire, ma ha suggerito comunque di denunciare. E di non rinunciare a farlo solo perché non si vedono subito i risultati. Inoltre ha insistito sull’importanza delle campagne di informazione della clientela, in cui si spiegano i rischi ai quali ci si espone.

 













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