«Basta perdere tempo, si faccia il bando unico»

Pan, presidente Assoimprenditori, si schiera «Sì alla discussione, no agli stravolgimenti»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. «L'Areale? Non è un progetto. È "il" progetto". E lo schema di Podrecca e di Arbo è assolutamente condivisibile. L'ho detto e lo ripeto». E dunque presidente? «I suoi paletti devono essere rispettati. Si sono impegnati troppi anni e troppe risorse per metterli a punto». Stefan Pan tiene soprattutto a mantenere inalterati i livelli di affidabilità verso l'esterno e dunque verso il mercato anche del sistema Alto Adige, dell'economia e delle istituzioni nel loro complesso rispetto alla grande opera. Ma il presidente di Assoimprenditori, che è pure vice di Confindustria nazionale, tiene anche ad un’altra cosa: rispettare i tempi. Tuttavia lo stesso «sistema Alto Adige» va tenuto insieme anche al suo interno. In termini di rete. Per cui aggiunge: «Se ci sono idee per aumentare la partecipazione, integrazioni possibili e compatibili ben vengano. Ma tenendo a mente i paletti». In sostanza Pan da un lato vuole tenere aperta una porta, almeno in termini di dialogo generale, con l'"opa ostile" a Caramaschi e a Kompatscher guidata dal vicesindaco Baur, ma dall'altra chiede di non usare questo momento di riflessione ulteriore per ritardare il progetto oppure per stravolgerne la struttura.

E dunque presidente?

«L'operazione va garantita anche nel suo impianto generale».

Ha letto delle previsioni del sindaco nell'eventualità che siano Comune e Provincia a pagare i lavori infrastrutturali?

«Sì e dico che sono assolutamente da evitare aumenti delle tasse e eccessivi sforzi da parte degli enti pubblici».

E ha letto anche di Baur...

«Non entro nei particolari. Non è ancora il momento. Ma se ci sono aspetti da integrare, idee che siano in grado di tenere, parlo dal punto di vista della tenuta economica bene, parliamone. Non vedo nulla di male nell'aprire un confronto sulla questione. Ma i paletti del progetto devono essere rispettati. Voglio dire: non c'è più tempo per stravolgere l'impianto».

Anche amministrativo?

«Anche».

Perché?

«Bolzano ha bisogno di quest'opera. E ne ha bisogno in fretta. Ne abbiamo discusso per anni, il progetto è stato analizzato, integrato, messo a punto».

Il progetto va sostenuto?

«Contiene una visione di sviluppo sostenibile per la città. Ed è questa la ragione per cui va sostenuto».

In che termini parla di sostenibilità?

«Vi sono inserite aree verdi molto importanti, c'è lo spazio per gli aspetti sociali con alcuni impianti di opere pubbliche molto attese nell'area dei Piani. Voglio dire: non si tratta solo di speculazione immobiliare. Di cementificazione. In questo senso la sua realizzazione porterebbe ad un ulteriore salto di qualità dell'intera area urbana bolzanina».

Perché adesso i Piani sono quelli che sono.

«Appunto. È uno sforzo che è stato rimandato anche in previsione della riqualificazione dell'intera Areale. Per questo ho detto che le cose vanno fatte in fretta senza ulteriori ritardi».

Ma ci sono forze, anche commerciali, che chiedono di spezzettare il bando e di invertire l'onere della spesa.

«Non mi sono ancora chiare tutte le proposte. Ma insisto: un conto è aprire una finestra di dialogo, una ulteriore riflessione su alcuni aspetti, un altro è ritardare. Un conto sono possibili integrazioni, che potrei anche condividere, un altro conto rimettere in discussione quanto fatto finora».

Le piace l'impianto di Podrecca?

«Sì. E poi il suo progetto è uscito da una lunga selezione di proposte internazionali. Non è stato imposto da nessuno. Chiunque si aggiudichi i lavori, il fatto che si apra il cantiere Areale produrrà ulteriori positività nei confronti di tutto il sistema altoatesino delle aziende».

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