«Benko riuscirà solo a spostare il degrado»

Filippi (M5S): «Chi vive ai Piani o a Rencio ha solo da perderci»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Altro che “salvatore”. Per Alberto Filippi, consigliere comunale grillino di lungo corso e primo presidente del Ctcu, il progetto di René Benko contribuirà solo a spostare il degrado dal quadrante della stazione ai Piani ("che ne hanno già abbastanza"), a Rencio e in piazza Verdi ("che non sono certo da meno"). Meglio pensare, dunque, ad un parco nell'Areale con 2-3000 alberi, hotel-bar, palco-balera per concerti e balli di gruppo, aree giochi per bambini e percorsi vita. Il modello? «Quello adottato da Lettieri per il Talvera, dove ha coinvolto genio militare e civile, bacini montani, giardineria comunale e cittadini».

Ma torniamo a Benko. Cosa le ha dato così fastidio dell'ultimo volantino «pro riqualificazione» della Signa?

«Quando parla di degrado e sicurezza fomenta la paura del migrante spacciatore, accoltellatore, rapinatore e violento. Mi chiedo: e allora perché ha riempito di migranti l'ex hotel Alpi? Per trarne vantaggio dimostrando l'esistenza del degrado – che è sociale – o per ingraziarsi i favori della politica che conta?».

Quel volantino – dopo aver ricordato che non passa giorno senza scippi, rapine e microcriminalità – indica la soluzione...

«Si, dice che ci penserà Benko a mettere tutto a posto. In realtà sposterà solo di alcune centinaia di metri il degrado, ma molti in città evitano semplicemente di affrontare la questione turandosi le orecchie. Poi c'è un'altra perla».

Quale?

«La Signa scrive: 20 milioni di introiti fiscali ogni anno per le casse pubbliche. Come se gli stipendi, grazie al Pru di Benko, aumentassero e la gente potesse comprare di più. La realtà invece è un'altra: se si compra nel megastore non si compra nei negozi. Il Twenty insegna».

Quali sono le conseguenze?

«Nel caso del Twenty il degrado che ha colpito i quartieri Novacella e Don Bosco. Con i negozi aperti i marciapiedi erano in ordine e ciò impediva anche l'abbandono dei rifiuti. Con la chiusura, già iniziata, non c'è più controllo».

C'è chi dice che senza il mega-cantiere di Benko la città resterebbe ancora ferma. Lo hanno ribadito anche ieri i vertici della Cassa Edile...

«Non sanno di cosa parlano. Con le precedenti giunte Spagnolli sono stati costruiti 5 mila alloggi nuovi e 13 mila garage, senza parlare dei milioni di metri cubi in zona industriale. Vi sembra poco? Il risultato di questa politica lo conosciamo tutti».

E quale sarebbe?

«Oltre 4 mila alloggi vuoti, oltre ad una quantità enorme di garage e milioni di metri cubi inutilizzati in Zona. Come cementificazione siamo vicini ai record romani. Al momento fra Druso Est, Druso Ovest e Piani sono in costruzione quasi 1.000 appartamenti».

E non va bene costruire alloggi, come vuole fare in parte anche Benko?

«Con un minimo di conoscenze economiche si dovrebbe capire che in una situazione di saturazione, come quella bolzanina, il "fare" si trasforma in "disfare", ovvero in degrado economico, sociale ed edilizio».

La funivia per il Virgolo potrebbe dare nuovi impulsi alla città?

«A Bolzano non servono funivie “a volo”, anche perché non viviamo in una metropoli con milioni di abitanti. Non servono 4 centri commerciali (Twenty, Centrum, più Aspiag e Benko in arrivo) di oltre 20 mila metri quadri, di cui uno in centro di 35 mila. E non di 22 mila, perché i piani interrati con i garage e i magazzini sono una parte essenziale per il funzionamento del megastore».

Lei, quindi, è contro le grandi opere invocate dalle categorie economiche?

«Sono contro, perché non ne abbiamo bisogno. Servono interventi, che chiamo di riparazione, in tutti i quartieri per ridare loro vita sociale ed economica. Interventi, però, che hanno bisogno della collaborazione attiva dei cittadini che ci vivono, a cominciare dal no al progetto Benko».

Cosa serve allora alla città?

«Un progetto di riqualificazione ambientale (Pra). Polmoni verdi per diminuire le emissioni di CO2 e migliorare la pessima qualità dell'aria che respiriamo. Per questo proponiamo un parco nell'Areale con 2-3 mila alberi, ma anche di aumentare l'alberatura nei quartieri periferici. Il mega parco richiederà costruzioni edili, ma dovranno essere limitate e a decidere - su tutto - dovranno essere i cittadini».

Lei cosa vorrebbe nel Parco?

«Un albergo, un bar e un centro convegni a carico dei privati. Il trasferimento della pista ghiacciata della Sill, che finalmente produrrebbe utili, percorsi vita, aree giochi per bambini e palco-balera per spettacoli e ballo. Secco no per residenziale e commerciale».

E i costi?

«Per contenerli basta seguire l'esempio di Lettieri per il Talvera. Ci sono milioni di euro da stornare messi a disposizione dalla Provincia per le opere inutili che abbiamo elencato. Bastano e avanzano».

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