Bertoldi e Ladinser, la strana coppia

Contatti continui col vicesindaco: «Klaus soffre con questa sinistra». E l’Ucraina lo ha messo nella lista degli indesiderati


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Ogni tanto qualcuno li vede insieme a prendere un caffè. Loro sono Bertoldi (Alessandro) e Ladinser, il gatto e la volpe, il nipotino della Biancofiore (orfano di zia) e il Richelieu del Rathaus. Ultimamente l'ogni tanto è diventato più spesso. Bertoldi che succede? "Niente, di speciale. Siamo amici. Ragioniamo su molte cose". E il vicesindaco: "Capita. Parliamo del più e del meno". Bertoldi, in arte Bertoldino, il più giovane segretario di partito della storia autonomistica, messo a coordinare gli azzurri da Michaela, la prima rottamatrice nella storia della seconda Repubblica, va un poco oltre. E dice: "Io e Klaus abbiamo molto in comune. Lui è un liberale. Come me". E già qui si potrebbe iniziare a capire qualcosa di più. Ladinser non parla e vista la situazione lo si capisce. Ma le "liaison dangereuse" le relazioni pericolose della Svp nelle paludi della destra altoatesina non sono una novità. E allora, Bertoldi, non è che lei tiene le fila tra il vecchio Polo disperso che nome non ha e la nuova Svp comunale uscita tumefatta dalle elezioni? "Cosa vuole che le dica? Klaus soffre di questa situazione in cui loro sono costretti adesso a fare i conti con questa sinistra... Oddio, soffre è una parola grossa. Lui è abituato a navigare nelle tempeste, è uno che ne ha viste tante." Insomma, pare che i due si confidino, così, senza troppi formalismi. Ladinser racconta le sue amarezze, probabilmente con la parsimonia del più andreottiano tra i vertici Svp, e Bertoldi le raccoglie. Discretamente. Magari gli racconta quello che succede nel centrodestra. Di prima mano. E questo sì, potrebbe servire a Ladinser: una geografia sempre aggiornata di quell'arcipelago che non sia sa dove inizia ne dove finisce. Oppure parla della Biancofiore. Ne parla con il vicesindaco? "Non è l'argomento centrale delle nostre discussioni. Parliamo dei tanti temi che la Svp e Klaus sono costretti a tenere in sordina in questi giorni: l'inceneritore, l'aeroporto, Benko. Siamo d'accordo su molte cose. Poi lui ne fa l'uso che crede". Ma con Michaela parla ancora, Alessandrino. "Lei non c'entra con le nostre chiacchierate. Anche se la tengo informata. Michaela se ne sta in disparte adesso ma tiene sempre i contatti. Ogni tanto mi chiama e mi dice: mi fai incontrare questo o quello? Ultimamente le ho fatto conoscere qualcuno della Lega. L'altra sera ho organizzato una cena con Vettori". Riecco Bertoldino. Il balilla del Pdl. "Ma le cose cambiano- dice- perchè ho relazioni con tutti. Anche col Pd...". E con chi? "Soprattutto con i loro giovani". Perchè Bertoldi lavora da un po' anche nella pubblicità. Vuole fare marketing politico. "Il mio lavoro sarebbero le campagne elettorali...". Ladinser si sarà informato, viste le condizioni della sua giunta. "Parliamo anche di questo. Sa, Klaus ha a che fare con una Svp complicata. In Provincia ci sono molti che lo ascoltano, a Bolzano c'è Steger che qualche volta gli fa la guerra...". Perchè della guerra ormai Bertoldi è un esperto. E' stato inviato come osservatore nell'Ucraina occupata dai filorussi, quella del governo parallelo. E poi è un putiniano della prima ora.

"Non come tutti questi che adesso scoprono che Vladimir è uno che ci capisce di politica estera molto più degli europei. Della Siria aveva compreso tutto ben prima di Obama che aveva scambiato quelli dell'Isis per dei partigiani democratici...". Vladimir è nel suo cuore. A tal punto, e questa è una vera notizia, che Alessandro Bertoldi è stato inserito nella lista di proscrizione del governo ucraino legittimo, quello di Kiev. "Siamo in 400 - dice - e ci siamo dentro in 4 di italiani. Con me c'è anche Vauro. E ultimamente anche Berlusconi vista la sua visita in Crimea. Ma vi do una notizia ancora più ghiotta...". Dica pure: "Nella prossima lista di indesiderati ci sarà anche Luis. Sì, Durnwalder. E' venuto con me ad un convegno sul trattato di pace e la cosa non è evidentemente piaciuta. Sa, a Kiev c'è una brutta deriva di destra". Detta da lui sarà vero.

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