Bessone: «Ora sono diventati tutti leghisti» 

Assunzioni e nomine, via alle autocandidature «Siamo nuovi, non abbiamo la rete del Pd»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Lo scivolo della politica aiuta la Lega. Nella Svp anche i contrari all’accordo (tecnico) lo ritengono ormai quasi inevitabile. Ha perso ulteriore quota l’opzione Verdi-Pd. Prima della seduta del parlamentino Svp, prevista per lunedì, arriveranno nuovi tentativi per convincere Pd e Lega a una coalizione che tenga insieme entrambi. Il rifiuto viene definito non negoziabile dai due partiti. Comunque vada, la fine della alleanza a due tra Svp e Pd segna una svolta nella gestione provinciale. Se la Lega entrerà in giunta, avrà bisogno di direttori di dipartimento, staff per gli assessori, tecnici e non tecnici da inserire nei consigli di amministrazione. Serve personale per il governo e il sottogoverno, con i requisiti previsti per legge. La Lega ha iniziato a ragionare sui nomi subito dopo le elezioni. Anche su questo pesano le divisioni tra il gruppo vicino al commissario Massimo Bessone e i fedelissimi di Filippo Maturi. È stato individuato un possibile capo dipartimento (nell’amministrazione meranese), ci si interroga sul successore della sovrintendente Nicoletta Minnei, quando scadrà il mandato. Serviranno personalità adeguate per la Commissione dei Sei e dei Dodici. Le nomine di competenza governativa (Lega e M5S) sarebbero pronte da settimane, ma non sono state deliberate in attesa della nuova maggioranza provinciale. Mentre la Lega si guarda intorno, piovono le autocandidature e i riposizionamenti. Il salto sul carro del vincitore è una disciplina. Ne abbiamo parlato con Massimo Bessone, primo degli eletti. In pole per il ruolo di vice presidente provinciale.

La Lega potrebbe entrare in giunta per la prima volta: come pensate di muovervi nella scelta dei capi dipartimento?

«Ci stiamo guardando intorno in modo ufficioso, anche per scaramanzia. I capi dipartimento sono uno dei temi più delicati per il ruolo che rivestono: si cerca di capire nell’amministrazione chi potrebbe ricoprire questo ruolo fiduciario e qualificato. All’esterno conosco una serie di giovani con laurea e patentino che potremmo coinvolgere. Dipenderà dalle eventuali competenze».

Il ruolo dei capi dipartimento e del personale dello staff è fiduciario, ma quale criterio adotterete: cercherete persone di area o dovranno avere proprio il «bollino» leghista?

«Siamo all’inizio, il nostro partito finora è stato piccolo e fuori dai giochi. Non abbiamo la rete di professionisti che il Pd e il centrosinistra si è costruito in decenni. Cresceremo insieme, ma siccome non si può aspettare, in caso di accordo di giunta, cercheremo persone di valore che appartengano alla nostra area, perché dobbiamo fidarci, ma non con l’etichetta della Lega. Mi consulterò anche con la Svp, ma in ogni caso per i capi dipartimento vorremmo scegliere degli italiani ».

Quante candidature e ammiccamenti vi stanno arrivando?

«Ricevo telefonate, messaggi, mi fermano per strada. Erano tutti sinceri leghisti da anni, pare. Vengo contattato anche da persone insospettabili, organicamente vicine al Pd. Poi ci sono funzionari provinciali che cercano di capire come cambieranno le cose».

Cosa pensa del salto sul carro leghista?

«Non mi piace per niente, non lo farei. Ero nella Lega quando stava allo 0,6%. Elena Artioli mi espulse e fui felice di rientravi. I valori sono importanti, non mi piace chi è pronto a cambiare bandiera. A chi era molto vicino al Pd direi di combattere per il proprio schieramento, per farlo tornare a vincere. Poi c’è un altro aspetto».

Quale?

«Troppe persone in gamba hanno avuto la carriera bloccata o non hanno goduto di opportunità perché non erano agganciate al centrosinistra. È giusto che queste persone possano avere una chance».

Quali criteri per i cda e la Commissione dei Sei ?

«Ancora, cercheremo competenza, una visione simile alla nostra ma non l’etichetta leghista».

Immaginiamo un vostro insediamento negli assessorati alla scuola e cultura italiana, arrivereste con un panzer per distruggere ciò che ha costruito il Pd?

«Non siamo un regime, perché? Il Pd ha commesso molti errori e li ha pagati. Ciò che c’è di buono merita di restare».

Se avrete due assessori, chi entrerà in giunta?

«Se il criterio saranno le preferenze ottenute, io e Giuliano Vettorato. Se la Svp ci chiederà di portare in giunta una donna, saremo io e Rita Mattei».

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