Biancofiore: l’obiettivo è battere Spagnolli

La deputata detta la linea di Forza Italia: primarie e congresso. Nuove critiche a Lillo (assente)


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Michaela volta pagina: "Mi sono stufata di fare mamma chioccia. Non nominerò più nessuno, i prossimi candidati se li sceglierà il congresso. Io non riesco più a trasformare le zucche in carrozze...". Arrivederci Lillo, addio Artioli, dimenticato Vezzali . "Troppi errori, colpa del mio buon cuore. Ma, sapete com'è, Lillo ci teneva e pure Elena sembrava così amica". Ecco la Biancofiore uscita dalla doccia gelata delle europee. Delusa dalle sue scelte ma con un'idea precisa in testa: tornare sul campo. L'Alto Adige nel cuore, in fondo, ce l'ha lei.

E detta la linea in una conferenza-lampo che le serve per mostrare un'assenza (il coordinatore Lillo) e alcune presenze giovani, soprattutto Alessandro Bertoldi, il suo figlio adottivo, uscito con le ossa rotte dagli ultimi affondi della direzione provinciale ma adesso ben saldo al fianco di Michaela. E la linea è questa: primarie di coalizione per la nomina dei candidati alle cariche territoriali e congresso. Quando non si sa, ma congresso sarà. Come le primarie. "Che non saranno come quelle del Pd, fatte di truppe cammellate e non saranno di partito perchè noi il capo lo abbiamo già, ed è Silvio Berlusconi. E' suo il 17% che ci ha tenuti in linea di galleggiamento". Chi si da da fare resta gli altri via. «Ma non lo decido io, lo decide la gente. Io i miei voti li ho sempre avuti e il congresso l'ho vinto col 93%».

Perché Forza Italia deve tornare a vincere, questo è l'ossessione. E la ragione per cui non l'ha fatto finora, ha nomi e cognomi: i vari "traditori" succedutesi a ondate alle elezioni provinciali e, soprattutto, Enrico Lillo. Lui e solo lui deve tenersi il peso della sconfitta. "Perchè - dice Biancofiore- uno la leadership o ce l'ha o non se la può dare. Renzi ce l'ha e si è preso il partito. Questi invece, l'hanno avuto in mano da me. Ma adesso basta. Si cambia musica". È la "Berlusconi generation" (la sua), quella che dovrà prendere le redini del partito a Roma e guidare le truppe ai confini. L'obiettivo immediato? "Battere Spagnolli". Con quali alleati? "Iniziamo col recuperare quelli di Ncd e poi Urzì e gli altri". Pochi altri. Ma questa è la strada. Tornare insieme, fare massa magari "per ripetere il miracolo del 2006" (l'elezione di Benussi). Il problema, visti i precedenti, sarà dialogare, cercare di tenere insieme.

E poi c'è il suo libro. Uscito da Mondadori è già online e sarà presentato a Roma la settimana prossima. A Bolzano invece, poco dopo, probabilmente il 25 giugno. Vorrebbe che ci fosse tanta gente, tutti i politici che hanno avuto a che fare con lei. Ma soprattutto uno: Luis Durnwalder. "Il nostro presidente" dice simulando una piccola gaffe. Perché col Kaiser è stata tutta un'altra cosa. «È stato - dice- il mio amico-nemico».E adesso che i tempi sono cambiati meglio tenersi vicini gli amici-nemici. Perchè degli amici-amici, (e amiche-amiche) visti i precedenti degli ultimi mesi, meglio non fidarsi troppo.













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