Biancofiore scarica la Artioli: «Ingrata»

La deputata: «Ha pensato solo a se stessa per paura di non essere eletta. Berlusconi? È come Mandela, rischia la prigione»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Nel giorno in cui lancia i Club Forza Silvio (ce ne sono 15 in Alto Adige e 13 in Trentino) e i club condominiali («li proporrò a Roma») ma attacca anche magistratura, Pd e Governo Letta («siamo in un regime e i cittadini dovrebbero ribellarsi») la leader forzista Michaela Biancofiore ammette per la prima volta di aver sbagliato capolista alle ultime elezioni provinciali e scarica definitivamente Elena Artioli. Quello che a inizio ottobre era il «superpotere delle donne» con tre consiglieri provinciali nel mirino è diventato un triste scaricabarile sulle responsabilità di una sconfitta annunciata. E attesa dagli stessi militanti. «Certo che voi giornalisti - ammette a margine il consigliere comunale Enrico Lillo - girate sempre il coltello nella piaga».

Ma torniamo alla Biancofiore, che ieri mattina ha trattato per la prima volta l’ex amica Elena Artioli come una qualsiasi rivale politica. «Non è una mia iscritta e se vuole aderire a Forza Italia dovrà rispettare le nostre regole. La aspettiamo, se crede». L’innamoramento - o forse meglio l’infatuazione - è durato il breve volgere di qualche settimana.

Si sente rappresentata in consiglio provinciale da Elena Artioli, eletta anche con i voti di Forza Italia?

«In questo momento è lei che dovrebbe fare una riflessione. Alla fine, purtroppo, non si è trattato di un’unione ma di una lista civica. È stato un assemblaggio “uno più uno” e non c’è stata amalgama».

Ma se tornasse indietro la riproporrebbe come capolista?

«Assolutamente no. È stato un mio gravissimo errore e in cambio non ho avuto alcuna riconoscenza. Ho scavalcato il mio partito, i miei ragazzi, i miei uomini – uno dei quali sarebbe stato comunque eletto – per dare attenzione alla sua persona e per credere in un progetto che la vedeva come candidato alla presidenza della giunta provinciale».

È rimasta delusa dal comportamento della leader leghista in campagna elettorale?

«Ha fatto una campagna elettorale contraria alla nostra. Ha voluto andare avanti da sola per sua scelta e per sua volontà. E soprattutto non ha tirato in alcun modo i nostri ragazzi».

Si riferisce ai santini inutilizzati che sono ancora chiusi in un cartone nella sede di Forza Italia?

«Sì, quei santini sono ovunque. La Artioli non li ha nemmeno ritirati, non ha nemmeno provato ad amalgamarsi con noi. Quindi è evidente che si è trattato di un errore sulla persona, che per anni è stata molto affine a noi. Poi, forse per paura di non essere eletta, ha deciso di pensare solo a sè stessa e non alla comunità. E questo è inaccettabile per chi, come me, aveva cercato solamente di unire».

Oggi Forza Italia riparte dai Club. Qual è il significato di quest’azione?

«Vogliamo ripartire dai nostri simpatizzanti, dai club di condominio, quelli fatti tra vicini che si prestano il sale in un’era in cui ci si parla solo attraverso i social network».

Come valuta l’accordo tra Svp e Pd in tema di autonomia fiscale?

«La sola idea di cambiare lo Statuto di autonomia con un emendamento dovrebbe far paura a chiunque. L’autonomia, qui, purtroppo fa sempre più rima con regime, in un contesto in cui Berlusconi viene trattato come il peggior delinquente al mondo».

Lei sostiene che Forza Italia, adesso, ha diverse cose in comune con i grillini. Ne è davvero convinta?

«Sì, certo. Tanto Forza Italia quanto il Movimento cinque Stelle stanno combattendo una battaglia contro un sistema politico incrostato. Contro il poltronismo che accomuna Pd e Alfano. Poi sia noi che Grillo vogliamo le elezioni subito. Tra le riforme prioritarie dovrebbero esserci magistratura, Fisco e burocrazia. Sperando che domani (oggi per chi legge ndr) vinca Renzi».

L’ultimo paragone è ancora per Berlusconi. «È come Mandela e come lui rischia di finire in prigione ma non ci voglio nemmeno pensare».

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