«Bilancio provinciale: troppe spese fisse  e pochi investimenti»  

Prospettive e timori. Il vicepresidente di Confindustria: «Per il 2020 con un budget da record per questa voce c’è solo l’11%. Bisogna investire di più, per continuare a garantire il welfare»


antonella mattioli


BOLZANO. «Sei miliardi e 252 milioni di euro: per la Provincia quello del 2020 è il secondo bilancio più ricco di sempre. Un ritocco all’insù più che positivo ovviamente. Purtroppo però non è tutto oro quello che luccica». Mai contenti gli altoatesini, potrebbero rinfacciarci veneti e lombardi tanto per citare chi vicino a noi sogna da sempre - e oggi più che mai - i pingui bilanci dell’autonomia, ma Stefan Pan vicepresidente a livello nazionale di Confindustria e past president di Assoimprenditori in Alto Adige, spiega in quest’intervista il perché delle sue preoccupazioni, pur davanti ad un bilancio provinciale che nel resto del Paese neppure si sognano.

Scusi, ma meglio di così non potrebbe andare: qual è il problema?

Il problema è che abbiamo un bilancio provinciale ricco ma ingessato.

Dalle spese fisse.

Appunto. E per la voce investimenti che è la “benzina” dell’economia abbiamo solo 789 milioni di euro per il 2020, 611 per 2021 e 684 per il 2022. Anche sommando per ogni anno, quello che tecnicamente viene definitivo il debito autorizzato e non contratto, siamo comunque sotto il miliardo. Mentre dal 2016 al 2018 siamo sempre stati sopra. Per il prossimo anno, su un bilancio che supera i sei miliardi solo l’11 per cento (il 15% se calcoliamo anche il debito autorizzato e non contratto) è riservato agli investimenti. Troppo poco.

Per ogni categoria però è sempre troppo poco: tutti vorrebbero di più.

Sbaglia chi pensa che io parli “pro domo mea”, ovvero solo nell’interesse della categoria degli imprenditori. Il problema è che se non si investe, non si migliora. Questo vale per tutti. La domanda che dobbiamo porci è semplice: come facciamo a mantenere il livello molto alto che in Alto Adige abbiamo per quanto riguarda le prestazioni socio-assistenziali e sanitarie?

Lo dica lei.

Bisogna cambiare passo.

Che tradotto significa?

Bisogna investire di più, perché solo un’economia brillante, può continuare ad assicurare un buon livello del welfare. Altrimenti non ce la faremo a garantire, anche in futuro, un’adeguata assistenza agli anziani. Oggi si vive sempre di più, ma l’allungamento della vita porta con sé anche maggiori spese a carico della società.

Perché teme il rischio che si vada incontro ad una recessione globale.

Non è che temo. Siamo già di fronte ad una recessione globale. La situazione è sotto gli occhi di tutti: la guerra sui dazi tra Stati Uniti e Cina pesa; come pure si fa sentire il rallentamento dell’economia germanica. Quest’ultima in particolare ci deve preoccupare, visto che la Germania è uno dei partner privilegiati di molte nostre aziende. Serve una gestione più oculata del bilancio provinciale fatta assieme alle parti sociali. E ai media visto che la popolazione deve essere informata sul perché si fa una scelta piuttosto che un’altra.

La fetta più importante del bilancio altoatesino, anche per il 2020, è riservata alla sanità: un miliardo e 343 milioni di euro (21,4%), seguita dal personale, voce alla quale sono riservati un miliardo e 176 milioni (18,8%). Non è che si possano tagliare le spese fisse.

Ovviamente no. Ma un ragionamento sulla sanità deve essere assolutamente fatto. Perché il tutto ovunque è sinonimo di mediocrità.

Significa che sette ospedali in Alto Adige sono troppi.

Significa che davanti ad una Medicina che offre sempre più farmaci e apparecchiature d’avanguardia ma costosissime, devi fare delle scelte se vuoi mantenere alto il livello dell’offerta.

Le spese del personale sono destinate ad aumentare ulteriormente: da mesi è in corso la trattativa per il rinnovo del contratto di intercomparto che riguarda circa 42 mila persone.

Come Confindustria abbiamo siglato il patto sociale con i sindacati che prevede che a fronte di una maggior produttività cresca anche il salario. Perché quello che vale per il privato non dovrebbe valere anche per il settore del pubblico impiego? Aumenta l’ efficienza e aumenta lo stipendio.

Al di là di tutto a livello nazionale, sono più d’una le Regioni che invidiano la nostra autonomia.

È proprio questo il problema.

In che senso?

Nel senso che l’Alto Adige in questi anni è stato sempre preso ad esempio per la sua capacità di amministrare bene la cosa pubblica. Dobbiamo continuare ad esserlo, perché anche nel recente incontro che come Confindustria abbiamo avuto al Ministero agli affari regionali, il ministro Francesco Boccia ha detto che ogni Regione deve dimostrare di essere in grado di gestire il proprio bilancio. Altrimenti si rischia di perdere l’autonomia gestionale.

Questo non riguarda però l’Alto Adige perché l’Autonomia è garantita dallo Statuto.

Meglio non dare mai nulla per scontato.















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