Bivacchi in strada, è allarme sanitario

Il sindaco: «Basta cloache a cielo aperto: la concentrazione di migranti è inaccettabile e indecente». Sgomberi quotidiani


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Baracche, attendamenti e cartoni lungo gli argini dei fiumi ma anche in pieno centro. Ieri mattina tra via Alto Adige e via Isarco, nell’area verde dietro il teatro, c’erano panni stesi tra gli alberi, sacchi a pelo e una quindicina fra richiedenti asilo e senzatetto che si riparavano alla meno peggio dal caldo e facevano (anche) i loro bisogni. Per la sorpresa di molti bolzanini: la maggior parte girava al largo indignata e qualcuno si fermava a chiedere a questi ragazzi da dove veniva e che piani aveva per il futuro. Di sicuro la situazione, con i nuovi sbarchi nel Sud Italia – da gennaio a maggio sono cresciuti del 40% rispetto allo stesso periodo del 2016 – rischia di degenerare e il sindaco Caramaschi fa capire di essere quasi al limite della sopportazione. «Non possiamo permetterci il proliferare di cloache a cielo aperto in gran parte della città: la concentrazione di migranti è inaccettabile e indecente. Ci sono problemi igienico-sanitari non indifferenti. Ma anche problemi di sicurezza: siamo impegnati quasi quotidianamente, d’intesa con Questura e Seab, per garantire una situazione quantomeno decorosa». Caramaschi sottolinea come Bolzano, da oltre un anno, sia stata lasciata (quasi) sola. «Al decoro del capoluogo dovrebbero pensare anche i sindaci di periferia. Che finora non si sono curati minimamente del problema. È stato bravo Kompatscher, nelle scorse settimane, a richiamare molti dei miei colleghi alle loro responsabilità. Vorrei, però, da questi ultimi più fatti e meno chiacchiere. L’estate è lunga e temo che la situazione possa degenerare. Anche per il gran caldo». L’assessora Martha Stocker assicura che «il piano per la redistribuzione sta andando avanti, ma non cambierà tutto dall’oggi al domani. I centri a bassa soglia che vorrebbero realizzare i Verdi contribuirebbero solamente ad attirare altri migranti nel capoluogo».

A fare il punto sui numeri è stato ieri il direttore della ripartizione famiglia e politiche sociali Luca Critelli: «Non è stato possibile, almeno finora, svuotare l’ex Hotel Alpi, dove si trovano ancora 35 persone. Nelle ultime settimane abbiamo avuto oltre 70 nuovi arrivi. Confidiamo, peraltro, nell’apertura entro il mese di giugno delle strutture identificate da tempo a Silandro, Laives, Lana e Bressanone. Proprio in quest’ordine. Capiamo i problemi del capoluogo e stiamo facendo tutto il possibile per sgravarlo nel minor tempo possibile».













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