Bivacchi nei condomini L’Anaci ora chiede aiuto 

Gli Amministratori: «Decine e decine di casi, succede in tutti i quartieri della città» «Elevati i costi per ripulire sottoscala e angoli ciechi. E c’è il problema sicurezza»


di Davide Pasquali


BOLZANO. Sempre più bivacchi di senzatetto, nella nostra città. Non solo su area pubblica, dove volendo le autorità potrebbero intervenire per sgomberarli, ma pure sulle aree private. «Non possiamo più andare avanti così, qualcuno deve intervenire», dichiara il presidente degli amministratori Anaci, Marco Lombardozzi, titolare della 3A Gestioni Immobiliari. L’emergenza dura da un anno e riguarda i condomìni; non di certi rioni, bensì ormai di tutta la città: cortili, giardini, posteggi, garage, sottoscale, sottorampe, angoli ciechi. Problemi igienici, sanitari, di sicurezza, non da ultimo di dignità.

«Non voglio fare polemiche contro nessuno in particolare, ma chiedo che il tema sia conosciuto dai bolzanini e arrivi sul tavolo della politica e dell’amministrazione civica». In pratica, in città finora non era mai accaduto, almeno fino a un anno, un anno e mezzo fa. «Ora siamo quasi alla disperazione, perché non sappiamo più come regolarci: senza tetto, sbandati, drogati, alcolizzati, profughi». I condòmini collaborano, segnalando. Mica solo nei quartieri popolari, ormai accade ovunque. Soltanto Lombardozzi in un anno ha dovuto gestire decine e decine di casi. «Si faccia conto - precisa - che chi vive facendo l’amministratore gestisce come minimo una quarantina di edifici». L’inquilino, dunque, segnala; è indignato, preoccupato, impaurito, perché da solo non sa mica come intervenire. Ma in ambasce è pure l’amministratore. «Abbandonano di tutto, in questi bivacchi: materassi, coperte, vestiti, resti di cibo e bevande, bottiglie rotte, rifiuti, escrementi». Uno schifo. E allora tocca chiamare le ditte che si occupano di pulizie. «Ma non tutte accettano». Non mancano infatti i timori. Intanto di carattere igienico sanitario, «non sai mai cosa trovi, dalle siringhe in avanti». Ma poi riguardo alla sicurezza. «Non sai mai se sul posto si trovi qualcuno, come possa reagire, magari perché alterato dall’assunzione di sostanze stupefacenti o alcoliche». È già capitato: «La tal ditta ci ha detto: scusi, non siamo riusciti a pulire, dobbiamo ritornare nei prossimi giorni con più personale; sa, erano troppo grossi». Lombardozzi è un professionista, pacato nei toni, ma è pure alquanto esasperato. Anche per diversi altri motivi. «Una volta sgomberato, trattandosi di imprese, le ditte di pulizie non possono portare i rifiuti al centro di riciclaggio Seab, ma devono smaltirli da Santini, pagando». E in molti casi si tratta pure di rifiuti speciali. I costi, ovviamente, vengono fatti ricadere sul condominio. «In assemblea non mancano le voci di dissenso», ammette Lombardozzi, non trattandosi di spese inserite a preventivo. In alcuni casi pulire non è sufficiente, occorre magari anche tinteggiare. E giù altre spese.

La questione delle questioni, però, riguarda la sicurezza. «Di recente è capitato che la polizia municipale ci abbia spedito delle email tramite posta elettronica certificata». Della serie: caro amministratore, nel tal tuo condominio abbiamo rilevato la presenza di bivacchi di senzatetto, cortesemente risolvete. «Ma noi non abbiamo l’autorità per intervenire. Di recente ci è capitato con le forze di polizia: ci hanno detto “tratteneteli finché non arriviamo”. Ma figurarsi se ci mettiamo a fermare gente». Col rischio di essere spintonati, malmenati o peggio.

Di recente, il Comune ha emesso un’ordinanza, nella quale si dà più facoltà ai vigili urbani di intervenire. «Ma sia loro, sia polizia e carabinieri, hanno le mani legate. Sono pochi, con poco tempo, e certa gente, è noto, non si intimorisce facilmente». Men che meno se a intervenire è un amministratore, un condomino, un operaio di una ditta di pulizie. «Se vogliono che ci mettiamo a fare gli sceriffi, ci adegueremo; ma ci mettano nelle condizioni di poterlo fare, ci forniscano gli strumenti normativi».

Un esempio: ammettiamo che si tenti di allontanare i senzatetto e che la cosa poi magari degeneri in una colluttazione. Non si esclude che magari il medesimo senzatetto sporga denuncia contro chi cercava di tutelare la proprietà privata.













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