IERI A SALORNO 

Bizzo e Chiodi,   summit con Tarolli e Ugo Rossi

BOLZANO. Sul confine. Perchè è lì, a Salorno, sulla faglia etnica, che la Regione, con la R maiuscola, può ritrovare una sua nuova identità e quindi la forza di rappresentare un territorio. È questo...



BOLZANO. Sul confine. Perchè è lì, a Salorno, sulla faglia etnica, che la Regione, con la R maiuscola, può ritrovare una sua nuova identità e quindi la forza di rappresentare un territorio. È questo il senso, anche logistico, della giornata di «Noi per l'Alto Adige», in cui Bizzo e Chiodi hanno voluto incontrare i trentini, in particolare Ugo Rossi, il presidente uscente, Ivo Tarolli e altri di area, per lanciare l'idea di un «centro moderato legato al territorio capace di difendere l'autonomia fuori dalle logiche dei partiti nazionali» ha spiegato Roberto Bizzo. Che, col suo capolista, Ennio Chiodi e Benedetto Zito ("padrone di casa") ha iniziato un percorso già definito nelle sue direttrici strategiche e nei suoi valori di fondo. Un'idea che ora diventerà "un cantiere". Nel senso che , passate le provinciali, in cui la nuova lista altoatesina e il Patt giocheranno le proprie partite distinte, “il progetto si darà tutto il tempo di maturare”. Tanto che si è prefigurato ieri, anche per bocca dei trentini, l'eventualità o il disegno di formare anche gruppi consiliari unici. Perché questa visione regionale, così poco presente nelle altre liste? «La ragione - spiega Bizzo - sta nella stessa ragion d'essere del nostro gruppo, di Noi per l'Alto Adige, che è nato dopo una lunga riflessione su quanto danno ha prodotto negli ultimi anni rifarsi sempre a partiti nazionali e a riprodurre, in loco, persino le dinamiche e gli scontri dentro le correnti di quegli stessi partiti. Dunque, guardando al territorio, non si può non provare a creare massa critica connettendosi col Trentino e provando a costituire una proposta non solo provinciale ma regionale».













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