Bizzo passa in consiglio provincialema la Svp si spacca sul voto
Faticoso l'ingresso del neo consigliere: ci sono volute 4 votazioni per avere la maggioranza
BOLZANO. Roberto Bizzo entra in consiglio provinciale - dopo la sentenza della Cassazione - ma viene eletto solo al 4º scrutinio alla carica di assessore. Un tira e molla, legato a problemi interni della Svp, in cui si sono incuneate le opposizioni italiane per sottolineare «lo sfascio della maggioranza» e reclamare il diritto ad essere presenti in giunta.
Giornata convulsa, quella di ieri in consiglio. Cinque ore di dibattito, riunioni, sospensioni e votazioni per arrivare all’elezione di Bizzo nel governo provinciale. Si inizia alle 10 con un atto di tipo notarile. Il presidente Dieter Steger legge in aula il dispositivo della sentenza con cui la Corte di Cassazione ha sancito l’ineleggibilità di Barbara Repetto, facendola decadere, e dichiarato eletto l’ex segretario della Margherita. Quest’ultimo, emozionato, ha poi pronunciato il giuramento di fedeltà alla Costituzione. Il clima è quello delle grandi occasioni, ma piuttosto freddo. A molti consiglieri non piace la modalità con cui il neo-eletto è entrato nella «confraternita» consiliare, ovvero per via giudiziaria.
Passata la formalità, si arriva al voto per il subentro in giunta provinciale. Serve la maggioranza assoluta dei presenti, ovvero 18 voti su 35. Subito il primo stop, con le richieste di Urzì (Pdl) e Seppi (Unitalia) per un’interruzione. Prima un incontro tra tutti i consiglieri del gruppo italiano, poi solo tra quelli del centrodestra. Quindi, rientro in aula e l’assessore Tommasini propone Bizzo per l’entrata in giunta: «Sulla base del programma sottoscritto tra Pd e Svp». Opposizioni sulle barricate. Il centrodestra sottolinea la sua preponderanza numerica nel gruppo italiano. Intervengono a più riprese, Seppi, Vezzali e Urzì, quest’ultimo indicato come candidato per un rimpasto di giunta. Poi Dello Sbarba (Verdi) afferma che non voterà né Urzì, né Bizzo. Leitner, sottolineando la sua vicinanza politica al centrodestra, ricorda però che esiste un patto di coalizione. Eva Klotz annuncia l’astensione del suo gruppo. Prima delle votazioni Durnwalder si dice certo che Bizzo sarà presente alla riunione di giunta di lunedì prossimo.
Si arriva a due tornate di voto consecutive. L’assessore in pectore non viene eletto. Nella prima votazione ci sono 11 schede bianche, una nulla (col nome Repetto), 7 per Urzì, 14 per Bizzo ed una per Artioli. Mancano 6 voti dalla maggioranza. Nella seconda i voti per Bizzo diventano 13 e 8 quelli per Urzì. I franchi tiratori provengono tutti dalle fila Svp, qualcuno vota pure per Urzì.
Nuova interruzione. Si riunisce la Stella alpina. All’uscita il capogruppo Pichler Rolle è sicuro: «Questa volta Bizzo passa». Invece, no. Alla terza votazione mancano ancora tre voti targati Svp e Bizzo si ferma a quota 17. Si passa al pomeriggio. Non sono presenti Durnwalder e Theiner (sono in Tirolo), ma la maggioranza dispone sulla carta di 18 voti. Quanto basta per eleggere Bizzo. Questa volta la disciplina di partito è ferrea. Nessuno sgarra. Dopo il voto non ci sono scroscianti applausi. A Bizzo arrivano gli auguri dei colleghi di giunta e di una buona parte dei consiglieri Svp. Il neo-assessore ce l’ha fatta, ma quanta fatica.