Bizzo raccoglie le firme: «Già più di 250»

Il consigliere Pd in viale Trieste con la petizione per le primarie. E attacca la Di Fede: «Ha annullato l’assemblea di lunedì»



BOLZANO. Al freddo, sulla strada, con la cartelletta in mano per raccogliere le firme. Così Roberto Bizzo e il suo gruppo hanno proseguito ieri la raccolta di adesioni per chiedere al Pd di organizzare le primarie per la scelta del candidato sindaco di Bolzano. E Roberto Bizzo è il candidato indicato nei moduli. Non più disponibile la sala dell’Upad, perché l’evento politico è stato dichiarato inopportuno, Bizzo, Monica Franch e Massimo Capelli si sono recati ugualmente in via Firenze e viale Trieste, su un lato e l’altro dell’Upad, per accogliere le persone che avevano chiamato. Ne sono arrivate diverse decine. «Siamo a 250», annunciano a fine serata. Arrivano a firmare da soli o in gruppo, famiglie, operai, iscritti al Pd, persone del vecchio giro della Margherita, delle associazioni, dei quartieri. «La base di Bizzo», raccontano. Ci sono il sindacalista Maurizio D’Aurelio, la consigliera Miriam Canestrini e Gastone Musner, il segretario del circolo Pd di Oltrisarco. I segretari del Centro e di Don Bosco, Alessandro Huber e Anna Scuttari, più il segretario cittadino Sergio Bonagura, hanno preso posizione contro Bizzo. «Non ho firmato il documento degli altri segretari», racconta Musner, «Non me lo hanno nemmeno chiesto». Servono 300 firme per ottenere le primarie, secondo l’articolo dello Statuto del Pd rivendicato da Bizzo, ma la controparte nel Pd cita altre norme e insomma sarà l’ennesima battaglia sul regolamento. Oggi si replica con un banchetto in corso Libertà dalle 9.30 alle 12.30. Più firme arriveranno, si dicevano ieri i «bizziani», più sarà difficile per la maggioranza del Pd negare le primarie. Ma il clima è pessimo e anche se il coordinatore della campagna elettorale Carlo Costa assicura che proverà a mediare, la sensazione è che il Pd sia arrivato alla resa dei conti tra due anime che non hanno mai iniziato a parlarsi. «Finirà malissimo», pronosticano i più lucidi da una parte e dall’altra. Bizzo, con giacca imbottita e sciarpa al collo, è carico: «È come ai vecchi tempi, la politica per strada, non nel chiuso delle sedi di partito». La posta è alta e qualcuno tra i suoi racconta così: «Siamo a febbraio e non si è mai fatta una discussione vera su Spagnolli e la sua amministrazione. Se non si faranno le primarie, se una parte del partito rifiuterà ogni discussione, non avrà senso fare ricorsi. Per quanto mi riguarda uscirò dal partito e basta». L’ennesimo scontro riguarda l’assemblea provinciale. Mauro Randi, presidente della assemblea, aveva chiesto di convocare la riunione per lunedì. Non si è trovato l’accordo sulla data con la segretaria Liliana Di Fede e Bizzo sbotta: «La segretaria deve partecipare a un convegno. Le comunali sono alle porte ma non importa... Il problema non sono io che raccolgo le firme, ma un partito in cui non si parla di cosa proporremo a Bolzano per i prossimi cinque anni. Negare le primarie significa negare l’identità stessa del Pd». (fr.g.)

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