Blitz della Svp su ladini e legge elettorale

Passa alla Camera la modifica allo Statuto. A sorpresa anche norme sul voto provinciale. L’aula si infiamma sulle «speciali»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Si parla di tutela dei ladini, ma la Svp riesce a infilarci una norma sulla legge elettorale per la Provincia e i Comuni, che rende possibile le soglie di sbarramento. Bufera alla Camera ieri durante la discussione sul disegno di legge costituzionale della Svp con le modifiche allo Statuto di autonomia (Daniel Alfreider primo firmatario).

Per tutta la mattina in aula si è parlato dei ladini, del loro ruolo non paritario nell’autonomia speciale e delle misure per riequilibrare la situazione, dal vicepresidente provinciale ladino, alla Commissione dei 6 e dei 12, ai vincoli sui trasferimenti. «È la prima volta che accade in parlamento», rivendica Alfreider, vice Obmann ladino della Svp, che si punta al petto la medaglia. Il disegno di legge è stato approvato e inviato al Senato (la maggioranza ha votato a favore, le opposizioni si sono astenute, Sel con Kronbichler ha detto sì, pur tra mille critiche), ma dopo discussioni talmente accese sulle autonomie speciali e i loro trattamenti ad hoc, che Alfreider avverte: «Queste norme sui ladini sono passate, perché si parla di diritti legittimi. Tanti hanno criticato, ma poi hanno votato a favore o si sono astenuti. Ma ora è chiaro un fatto: senza una clausola di salvaguardia, sarebbe rischiosissimo portare in aula una corposa modifica dello Statuto di autonomia. Potremmo sbattere contro un muro».

Come per ogni legge costituzionale è richiesta la doppia lettura in ogni ramo del Parlamento. Che accadrà ora con le norme sui ladini? «Proviamo a farle approvare prima delle elezioni politiche», risponde Alfreider. La Svp ha gettato ieri sul banco a sorpresa due emendamenti sui sistemi elettorali in Alto Adige (poi approvati). E l’aula si è infiammata ancora di più. Grazie agli emendamenti del blitz viene meno l’obbligo statutario di avere una legge elettorale provinciale rigidamente proporzionale. La nuova formulazione recita «su base proporzionale». In questo modo sarebbe possibile avere collegi territoriali, che garantiscono l’elezione di almeno un ladino in consiglio provinciale. Introdotta la logica dei collegi, di fatto la futura legge elettorale provinciale penalizzerebbe i gruppi minori e il gruppo italiano. Finora la previsione di soglie di sbarramento si scontrava proprio con lo Statuto. Identica previsione è entrata per i Comuni. E così i deputati altoatesini e trentini hanno tenuto banco ieri, con una discussione veramente appassionata, senza esclusione di colpi. Ma non sono stati zitti neppure i deputati del resto d’Italia. «Basta con le marchette del Pd alla Svp per qualche voto al Senato», ha gridato Michaela Biancofiore (Forza Italia), autrice con il collega Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) di un fuori programma: ha distribuito a tutti colleghi, quindi in centinaia di copie, la raccolta degli articoli che l’Alto Adige ha dedicato nelle scorse settimane al gruppo italiano. «La vera minoranza si chiamano italiani», dice la deputata. Florian Kronbichler accusa: «La Svp usa i ladini per i soliti scopi di potere». Alfreider durante una pausa sbotta: «Kronbichler mi faccia un favore, voti contro...». Mauro Ottobre (Patt) attacca Biancofiore. «Scenari apocalittici». Michele Nicoletti (Pd) media con Riccardo Fraccaro (M5S), che si era scagliato contro la previsione di giudice ladino del Tar: «Le nomine politiche del Tar vanno cancellate, non estese ai ladini». L’articolo viene soppresso. Cristian Invernizzi (Lega) attacca l’asse Pd-Svp. Rocco Buttiglione (Udc), confessa «siamo perplessi» sull’ammissibilità dell’emendamento elettorale, scollegato dal tema dei ladini, «non possiamo dare l’impressione di favorire una parte piuttosto che l’altra». E anche Buttiglione si scaglia contro le nomine politiche al Tar. Dellai sottolinea: «L’autonomia speciale ha garantito la convivenza».

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