Boccia: «Paritetica, no strappi Punto fermo è la Costituzione» 

A Roma. Ilacqua eletto presidente della Commissione dei Sei. Scalet confermato alla guida della Dodici Il ministro: «Ridurre il contenzioso. Inutile forzare su norme non condivise». Durnwalder: priorità alle norme sui medici



Bolzano. Fabio Scalet rieletto presidente della Commissione dei Dodici, Antonino Ilacqua alla guida della Commissione dei Sei. La prima seduta della commissione paritetica ha confermato ieri le previsioni della vigilia. Una seduta veloce, aperta dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, che ha visto l’elezione all’unanimità dei due presidenti. Ilacqua, consigliere giuridico di Boccia, è stato proposto da Carlo Vettori, appoggiato da Meinhard Durnwalder e Manfred Schullian (i tre eletti da consiglio provinciale e regionale). Esther Happacher e Luca Crisafulli, di nomina governativa, si sono uniti nel voto su Ilacqua. «Avrei preferito una discussione preliminare, ma non sarebbe stato opportuno iniziare con una polemica», riferisce Crisafulli (avvocato, indicato dal M55), «La vicinanza di Ilacqua al ministro può rappresentare in fondo una agevolazione». Meinhard Durnwalder esce dalla seduta con una battuta, prima di tornare in Senato: «Speriamo di avere un po’ di tempo per lavorare. La paritetica precedente si è insediata e poco dopo il governo è caduto».

Con Scalet nella commissione dei Dodici siedono anche Geremia Gios, Gianfranco Postal, Rosa Michela Rizzi, Franca Penasa e Ugo Rossi.

Ieri c’è stato il tempo solo per l’elezione. Come metodo di lavoro Ilacqua e Scalet hanno annunciato di attendere una scaletta delle priorità da parte dei presidenti Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti.

Boccia ha ribadito la sua visione del ruolo della commissione: un organismo tecnico. A tutti i componenti ha chiesto di «spogliarsi delle vesti politiche». La funzione di «tutti i commissari è l’attuazione rigorosa della Costituzionale». Come aveva detto nella sua visita a Bolzano, Boccia ha invitato a «evitare gli strappi», è inutile «andare allo scontro, quando una norma non è condivisa: più costruttivo un lavoro preventivo con gli uffici del ministero, che sarà un punto di riferimento costante». Boccia riferisce di avere ereditato «una situazione pesante dal punto di vista dei contenziosi costituzionali, circa cento all’anno, che voglio ridurre a cinquanta attraverso il dialogo». A proposito di dialogo, Crisafulli e Durnwalder (Svp) hanno appianato la polemica dei giorni scorsi su alcune dichiarazioni del primo censurate dal secondo. «Siamo colleghi avvocati, tra di noi c’è rispetto», così Crisafulli. «Il caso è chiuso», così Durnwalder. Boccia ha confermato l’impegno a ripristinare le competenze primarie indebolite dopo la riforma costituzionale del 2001. Si procederà con norme di attuazione. In Parlamento non ci sono certo le condizioni di maggioranza per impostare una riforma costituzionale.

Kompatscher ha già consegnato a Boccia l’elenco dei tempi più urgenti.

Questa la sintesi di Durnwalder: «Per la Commissione dei Sei hanno carattere di urgenza i problemi legati al reperimento dei medici: puntiamo a norme di attuazione sul prolungamento a cinque anni dei contratti a termine e sui requisiti linguistici per l’iscrizione agli ordini professionali, con la parificazione di italiano e tedesco in Alto Adige. Nella Commissione dei Dodici abbiamo in sospeso le norme sugli orari degli esercizi commerciali e sull’assunzione provinciale delle deleghe al personale per Inps, Inail e Agenzia entrate». FR.G.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità