Bolzanini al verde: è boom di sfratti 

Nel 2017 sono stati 223 su 286 quelli per morosità. Centro casa e Proprietà edilizia chiedono un fondo per chi è in difficoltà


di Antonella Mattioli


BOLZANO. È la morosità la principale causa di sfratto anche in Alto Adige. E in molti casi si tratta di inquilini che per diverse ragioni - la principale l’aumento di divorzi e separazioni, seguito dalla perdita del lavoro o spese impreviste - non ce la fanno proprio ad onorare il contratto. È quanto emerge dai dati del Ministero dell’interno, secondo cui dei 286 sfratti emessi in provincia di Bolzano nel 2017, 18 sono dovuti a necessità del locatore, 45 a finita locazione e 223, ossia il 78%, a morosità o altra causa: di questi 95 hanno riguardato Bolzano, 128 il resto della provincia.

Rispetto all’anno precedente, ovvero al 2016, i provvedimenti di sfratto emessi sono aumentati del 5,54% e gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’ufficiale giudiziario sono cresciuti del 25,25% e sono stati 124.

I proprietari. «La morosità - spiega l’avvocato Alberto Boscarolli, presidente dell’Associazione proprietà edilizia - è quello che più preoccupa i proprietari che non volendo rischiare spesso e volentieri - nonostante noi come associazione sconsigliamo questa soluzione - preferiscono tenere l’alloggio vuoto. L’84% dei nostri soci ha al massimo tre unità immobiliari, che potrebbero essere tre appartamenti, ma anche un appartamento e due garage per intenderci. Questo per spiegare che non parliamo di grandi immobiliaristi. Purtroppo, negli ultimi anni è aumentato in maniera esponenziale il numero di inquilini che, dopo qualche mensilità corrisposta regolarmente, non pagano più. Partono i solleciti, non servono a nulla. Nel frattempo il proprietario deve accollarsi comunque le spese di condominio e le tasse. Quindi deve rivolgersi ad un avvocato e mettere in conto dai 6 ai 10 mesi per ottenere dal giudice il provvedimento di sfratto. Quando finalmente torna in possesso dell’alloggio, scopre spesso che è anche stato danneggiato».

Il fondo. Per mettere i proprietari al riparo da questi rischi ed evitare che un numero considerevole di alloggi resti sfitto, con la conseguenza che quelli che si trovano sul mercato hanno canoni stellari, da anni l’Associazione proprietà edilizia e il Centro casa stanno spingendo perché la Provincia crei un fondo per la morosità incolpevole, ovvero per i casi in cui l’inquilino si trovi all’improvviso nell’impossibilità di pagare. «La proposta concordata con la Provincia - spiegano Donatella Califano e Dodo Detassis della presidenza del Centro casa - prevedeva la costituzione, da parte della Provincia, di un fondo di cui avrebbero potuto beneficiare i proprietari degli alloggi nel caso in cui l’inquilino non fosse stato più in grado pagare, non per cattiva volontà, ma perché si trovava nell’impossibilità di farlo. In cambio il proprietario si impegnava a sottoscrivere un contratto il cui canone fosse inferiore del 20% rispetto al massimo previsto dagli accordi locali».

La nuova giunta. Sembrava ormai cosa fatta, ma poi si è arenato tutto perché la Corte dei conti ha stabilito - pronunciandosi per la verità su un altro caso ma comunque valido anche in questa materia - che la Provincia non può essere garante diretta di rapporti tra soggetti privati. Per questo si è pensato di appoggiarsi ad un ente terzo di cui oltre alla Provincia, farebbero parte la Proprietà edilizia e il Centro casa. Nel frattempo però si è giunti alla fine della legislatura, se ne parlerà quando sarà eletta la nuova giunta provinciale.















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