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Bolzano: addio a Franco Cervio, “combattente” e poeta

Si è spento a 43 anni: aveva affrontato la disabilità scrivendo canzoni, giocando coi Tigers e denunciando i problemi dell’ex Centro ai Bagni di Zolfo. Le esequie si terranno mercoledì 26 alla chiesa evangelica di via Col di Lana



BOLZANO. Si è spento ieri a soli 43 anni Franco Cervio, autentico combattente. Da anni lottava contro la malattia che lo aveva costretto sulla sedia a rotelle, sfidando pregiudizi e la stessa disabilità. Le esequie si terranno mercoledì 26 ottobre. La santa messa in suffragio con successiva benedizione avrà luogo alle ore 16 nella chiesa evangelica in via Col di Lana 10.

La storia di Franco Cervio, disabile, da sempre su una carrozzina, restituisce la forza della musica in tutta la sua intensità. Utente dell’ex struttura Bagni di Zolfo, Franco vi aveva conosciuto il cantautore bolzanino Stefano Mascheroni, arrivato li per fare un tirocinio come assistente. Una grande amicizia la loro che ha portato alla realizzazione di un cd con una canzone scritta e cantata da tutti e due. Così è nata "Serenella", dedicata a un'operatrice della struttura che evidentemente non passava inosservata. Una canzone d’amore e di occhi blu in cui perdersi. «Le ho chiesto prima il permesso - si schermiva Franco - poi ho semplicemente immaginato cosa si potessero dire due persone che si vogliono bene. Quel che conta è il messaggio che ho lanciato: nonostante la mia disabilità sono come tutte le altre persone - aveva detto - stesse emozioni, stesse paure». C'era, poi, quel sogno dello studio di registrazione da raggiungere. «La notte prima - raccontava - ero molto agitato, ho dormito poco. Una volta impegnato nella registrazione mi sono lasciato catturare dall'emozione ed è filato tutto liscio. Tre ore di lavoro duro e faticoso. La mia grande preoccupazione, comunque, era non riuscire a entrare nelle stanze con la carrozzella: l'accessibilità sembra sempre un aspetto secondario, ma per noi diventa fondamentale».

È commosso Stefano Mascheroni: «Era un caro amico con il quale ho avuto la gioia di poter realizzare alcune belle canzoni, lui il testo io la musica. Di Franco mi rimane tutto, ogni momento passato insieme. Mi rimangono le sue battaglie per rendere questo mondo veramente a portata di chi è "diversamente abile". Mi rimane la sua capacità di farmi capire quanto sia bella la vita anche se a volte bisogna combattere con le difficoltà, lui che aveva scritto "Aquilone senza vento", perché così si sentiva costretto su una carrozzina per tutta la vita». Non solo musica, ma anche sport. Franco giocava infatti nei “Tigers”, la squadra bolzanina di hockey in carrozzina, come difensore. «Quando gioco mi sembra di stare in mezzo a persone normali - diceva -. Nella mia vita non mi ero mai sentito così bene come quando sono in campo. Sono da tanto sulla sedia a rotelle e ho sofferto a lungo per la mia malattia, la tetraplegia spastica, ma quando gioco non sento più dolore, solo gioia immensa». Franco inoltre era sempre in prima linea nelle difesa dei diritti dei disabili, e più volte, prima del trasferimento nel convitto del Centro di via Fago, aveva denunciato pubblicamente la totale inadeguatezza della struttura “provvisoria” di Bagni di Zolfo.













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