Bolzano, addio alla pagella: non voti ma giudizi “rinviati” di 1-2 anni
Urzì attacca disegno di legge approvato in commissione. L’assessore Tommasini: «Toccherà alle scuole decidere»
BOLZANO. I voti in pagella? Potrebbero avere i mesi contati. Le scuole potrebbero infatti decidere di sostituirli con dei giudizi oppure di sospendere la valutazione del rendimento scolastico di fine anno, per farne una alla fine del biennio o del triennio. La scelta è lasciata alle singole scuole. La decisione - contestata dal consigliere Alessandro Urzì ( Alto Adige nel cuore) che ha votato contro - ieri con l’approvazione nella prima commissione legislativa del disegno di legge provinciale che recepisce la “Buona scuola”.
«Ma quella relativa alle modalità scelte per la valutazione degli studenti, a partire dalla scuola elementare fino al quarto anno di media superiore - spiega Urzì - è un’assurdità tutta altoatesina. In base alla quale avremo un caos totale: ci sarà chi a fine anno avrà una pagella con i voti per ogni singola materia; chi invece avrà in mano una scheda di valutazioni sempre per singola materia, ma senza voti, come piaceva alla sinistra dei decreti delegati; terza possibilità: al posto della pagella o della scheda, ci sarà chi avrà una memoria generale rilasciata dalla scuola su quello che è stato il suo percorso scolastico ma il giudizio sarà rimandato all’anno successivo se non addirittura di due».
Alle critiche risponde l’assessore Christian Tommasini: «Saranno le singole scuole a decidere quale sistema adottare per dare una valutazione complessiva del rendimento dello studente, partendo dal presupposto che oggi, anche le linee adottate a livello europeo, vanno nella direzione di valutare le competenze generali, non limitandosi al giudizio sulla singola materia che potrebbe essere riduttivo».
E la valutazione fatta sull’arco di due o tre anni invece che annuale, come funzionerebbe?
«Premesso che quelle di Urzì - spiega l’assessore - sono delle semplificazioni che si spiegano con il fatto che siamo in piena campagna elettorale. In ogni caso le novità s’inseriscono nell’offerta formativa delle scuole che permette sempre più una progettazione a lungo termine: in questo concetto si colloca anche una valutazione che tiene conto del processo di crescita dello studente. La sovrintendente potrà spiegare nel dettaglio come funzionerà».
In commissione invece non è passato il disegno di legge, presentato dalla consigliera verde Brigitte Foppa e votato anche dal consigliere Urzì, sul diritto al plurilinguismo nel sistema d’istruzione e formazione della provincia.
«La mia proposta - spiega Foppa - prevedeva di integrare l’attuale offerta scolastica con una di tipo plurilingue, se c’è richiesta da parte delle famiglie. Si trattava comunque di un’offerta supplementare per non limitare il diritto all’insegnamento nella madrelingua sancito dall’articolo 19 dello Statuto. La proposta non è passata, perché si ritiene che ne usufruirebbero solo coloro che vivono nei centri principali della provincia e perché - si è detto - che ci sono già molte offerte per favorire la conoscenza delle lingue. Peccato, perché la politica per l’ennesima volta ha dimostrato di essere indietro rispetto a quello che chiedono le famiglie».
Nel disegno di legge, approvato in commissione legislativa, è stata introdotta anche la possibilità per gli insegnanti di sostenere una prova in lingua tedesca.
«Questo è già previsto - spiega Tommasini - da un concorso che abbiamo appena bandito e che dà due punti in più a chi supera la prova linguistica. Del resto se vogliamo avere una scuola sempre più bilingue, dobbiamo immettere nel sistema scolastico insegnanti che conoscano entrambe le lingue».