BOLZANO

Bolzano, adesca sei ragazzine con la foto di suo figlio

A processo un 55enne, che usava Facebook e Whatsapp per circuire le minori. Tre sono compagne di classe. Una è stata ricattata per delle foto hard


di Luca Marognoli


BOLZANO. Un volto giovane - e bello - per far breccia sul cuore delle ragazzine. Quello del figlio, secondo gli investigatori. Un trucco, neanche così fantasioso ma talora efficace, per carpire la loro fiducia e raggiungere più velocemente il proprio obiettivo: ottenere autoscatti di minorenni nude o fare sesso online con loro.

Nel regno del virtuale (che ha drammatiche conseguenze reali), i predatori della rete diventano dei mutanti pur di far cadere nella propria rete – è il caso di dirlo – le proprie potenziali prede.

Ma all'astuzia degli adescatori fa da contrappeso un'ingenuità delle vittime, che negli anni (piace pensare grazie anche alle campagne di sensibilizzazione lanciate nelle scuole) si è affievolita lasciando spazio ad un’accresciuta maturità.

Tanto che la quindicenne di origine straniera finita nel mirino, residente a Bolzano, dà l'allarme: «Ho incontrato un pedofilo in Facebook». Lo dice alla sua tutrice, ammettendo di essersi “innamorata” dello sconosciuto che la incalzava sul social network, al quale era arrivata ad inviare due sue foto a seno nudo.

Un incantesimo malvagio che si rompe quando lei è sull’orlo del baratro, salvandola in extremis. L’incubo si scioglie in un pianto liberatorio con la tutrice che la consola, la invita a maggiore attenzione in futuro e poi va dalla polizia a sporgere denuncia.

Lui, il predatore, 55 anni, residente nell'hinterland milanese, invia in cambio alla ragazzina alcune immagini pornografiche, in cui mostra il proprio organo genitale e si masturba. Non solo: l’arma della persuasione si fonde con quella della minaccia. In un subdolo intreccio.

Una volta che la preda è finita nella sua ragnatela, il bruto cerca di tenerla imprigionata, minacciando di rendere pubblici i suoi autoscatti se lei non si piegherà a fare sesso con lui.

Il predatore è uno stratega che sa quali tasti toccare. La mette sotto pressione tempestandola di messaggi, in cui alterna richieste spinte (“raccontami di quando fai sesso con il tuo ragazzo”), a intimazioni che suonano come comandi perentori (“ti ho detto nuda”) a complimenti, sempre a sfondo erotico.

Le pressioni non finiscono qui. Si moltiplicano anche i canali di contatto: l’uomo la aggancia anche su Whatsapp, che la minore utilizza sia sul proprio cellulare che, dopo averlo perso, su quello della tutrice.

Grazie alla testimonianza della ragazzina, si viene a sapere che il 55enne ci ha provato anche con due sue compagne di scuola, sempre bolzanine, ancora più giovani: 13 anni. Stesse foto di lui che si masturba.

Ma anche loro non ci cascano, come pure altre tre, residenti in regione, di 16, 14 e 12 anni: tutte rifiutano gli incontri proposti e lo scambio di immagini hard.

Molteplici i reati contestati all’imputato: sostituzione di persona, adescamento, ignoranza dell’età delle persone offese e minacce.

Gli atti del procedimento sono stati trasferiti al Tribunale di Bolzano, dove è stato commesso il reato più grave: l’adescamento.

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