un ordigno di polvere pirica 

Bolzano come Torino: usata la “marmotta esplosiva”

BOLZANO. Tra i colpi simili messi a segno in altre città del Nord Italia contro sportelli bancari automatici, dagli archivi sono emersi anche diversi audaci furti messi a segno ai danni di banche in...



BOLZANO. Tra i colpi simili messi a segno in altre città del Nord Italia contro sportelli bancari automatici, dagli archivi sono emersi anche diversi audaci furti messi a segno ai danni di banche in provincia di Torino e Genova, utilizzando travi di ferro ed esplosivi. I carabinieri di Rivoli, nel Torinese, nei mesi scorsi hanno arrestato due componenti di una banda responsabile di decine di colpi. Si tratta di Antonio Cataldo, 37 anni, e Leone Adriano, 30 anni, in manette per furto aggravato e ricettazione. La tecnica utilizzata dalla banda era quella della cosiddetta a «marmotta esplosiva» che consiste nell'inserire un ordigno all'interno degli sportelli bancomat e quindi farli saltare in aria. Il gruppo utilizzava auto rubate per raggiungere le banche da assaltare. Due di loro forzavano la fessura di erogazione delle banconote, mentre il resto del gruppo, con una trave di ferro, sfondava la porta a vetri di ingresso della banca adiacente al bancomat, esattamente come hanno fatto i banditi l’altra notte in via Claudia Augusta. Ad incastrare i due arrestati erano state le immagini della telecamere di videosorveglianza della banche. Ma gli inquirenti nel Torinese sono al lavoro anche per risalire ad eventuali altri complici. Quanto avvenuto a Bolzano potrebbe portare a novità consistenti. In caso di assalto a sportelli bancomat accade spesso che i danni provocati alle strutture dall’esplosione risultino superiore alle somme rubate di denaro in contante. E’ successo anche in via Claudia Augusta. I malviventi, insomma, sanno che all’interno dei depositi dei bancomat solitamente non è custodito molto denaro. Eppure i colpi si ripetono perchè, rispetto ad una rapina a mano armata, sono considerati meno rischiosi.

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