BOLZANO. Trantasette furti in casa tutti compiuti in Alto Adige. E’ questo il “curriculum vitae” di un cittadino albanese giunto in Italia (e poi in provincia di Bolzano) qualche anno fa. Si tratta di Indrit Hanxari (difeso dall’ avvocato Angelo Polo) che è stato citato in giudizio davanti al tribunale di Bolzano per rispondere di un nuovo colpo messo a segno nella zona di Vandoies e a lui attribuito dopo una condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione già inflitta per gli altri 36 furti.

I fatti in questione avvennero nel 2013. I tempi della giustizia sono quelli che sono ed il cittadino albanese nel frattempo è diventato irreperibile. E’ probabile che sia tornato nel suo Paese dato che dopo aver lasciato l’Italia era stato arrestato dalle autorità di polizia della Svizzera ove aveva colpito a ripetizione sempre per colpi in abitazioni. Scontata la pena in Svizzera l’uomo era stato poi accompagnato direttamente in Albania. Al momento, come detto, non è reperibile. Nel frattempo la condanna a 4 anni e 4 mesi , inflitti dalla Corte d’appello, è stata confermata dalla Cassazione.

Rispetto al capo d’imputazione originario era caduta l’imputazione di associazione a delinquere. Ora però, nonostante la testimonianza a discolpa resa da un presunto complice, il giovane albanese rischia un inasprimento della condanna (con il vincolo della continuazione). L’uomo è stato coinvolto in un nuovo procedimento in quanto secondo gli inquirenti avrebbe preso parte ad un colpo in un’abitazione a Vandoies in cui i due ladri furono costretti alla fuga. I malviventi tentarono la fuga saltando da un balcone dello stabile. Uno dei banditi fu catturato ma, nonostante la testimonianza a discolpa, venne incriminato anche Indrit Hanxari perchè si presentò poco dopo i fatti al pronto soccorso dell’ospedale di Brunico per una forte distorsione alla caviglia, procuratasi saltando dal balcone. Ieri il processo è saltato per un vizio procedurale.

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