Bolzano: fallito il sogno del liceo trilingueIl corso va a esaurimento nel 2011

L’ultima classe trilingue terminerà le lezioni a giugno 2011 al liceo classico Giosuè Carducci. Il motivo principale è semplice da sintetizzare: troppo difficile reperire personale docente in grado di insegnare le complesse materie liceali in lingua veicolare



BOLZANO. La sperimentazione trilingue nelle scuole superiori altoatesine è fallita. L’ultima classe trilingue terminerà le lezioni a giugno 2011 al liceo classico Giosuè Carducci. Il motivo principale è semplice da sintetizzare: troppo difficile reperire personale docente in grado di insegnare le complesse materie liceali in lingua veicolare, ossia filosofia in tedesco o geografia in francese oppure matematica in inglese. Detto altrimenti, finché la politica non deciderà di formare insegnanti ad hoc, in Alto Adige le superiori trilingui rimarranno soltanto una chimera. Lo si evince dalla risposta fornita dall’assessore all’Istruzione Christian Tommasini ad una interrogazione, presentata dai consiglieri verdi Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba, riguardo la paventata chiusura dell’unico indirizzo trilingue esistente in provincia, al classico Carducci.
«Al momento attuale - precisa infatti l’assessore Tommasini - ci sono ancora due classi attive, la IV e la V E, per cui la sperimentazione terminerà nel giugno 2011». La sperimentazione, partita nell’anno scolastico 2003/2004, spiega oltre l’assessore alla scuola italiana, non è stata attivata in nessun’altra scuola altoatesina. Solo in qualche caso e per qualche disciplina (non si specifica numericamente in quante occasioni) «si sono attivate lezioni tramite l’uso veicolare del tedesco e alcuni moduli attraverso lo scambio di docenti - della stessa disciplina - fra la scuola italiana e la scuola tedesca». La sperimentazione trilingue, dunque, è stata circoscritta ad un solo istituto, e non pare con grande convinzione, visto che non sono mai esistite contemporaneamente tutte e cinque le classi della sezione sperimentale. Nel 2003/04 (24 gli studenti) si iniziò con la prima; nel 2004/05 (35 studenti) si aggiunse ovviamente la seconda; nel 2005/06 (49 studenti) arrivò la terza; nel 2006/07 (56 studenti) pure la quarta. L’anno successivo, il 2007/08 (50 studenti), si arrivò per la prima volta alla maturità, ma contestualmente venne eliminata la prima classe. L’anno successivo, il 2008/09 (30 studenti), si è tolta dal piano studi la seconda. E nell’ultimo anno (15 studenti) si è eliminata la terza. Nell’anno scolastico appena trascorso sono sopravvissute la quarta e la quinta; classe, questa, che a giorni inizierà l’esame di Stato. Terminata la maturità, rimarrà solo la IV E, che il prossimo anno diventerà la V E, ovverosia l’ultima classe della sperimentazione trilingue al Carducci, o meglio nelle superiori di lingua italiana dell’Alto Adige.
Dalla risposta all’interrogazione si evince che la decisione di rinunciare si prese già nel 2006. In quell’anno con una delibera interna «il liceo ha deciso che il trilingue sarebbe andato ad esaurimento per cui è scemato anche l’impegno per la coordinatrice del monitoraggio».
E non è finita qui: non solo non si sono più effettuati monitoraggi, ma non esiste una valutazione scientifica sui risultati raggiunti dalla sperimentazione. La dirigente scolastica del liceo classico ha richiesto sì una valutazione all’Istituto pedagogico, ma solo quest’anno, a sette anni dall’avvio del corso trilingue. «Il suo intento è quello di capire quali potenzialità abbia questa sperimentazione». Contestualmente, però, nella risposta alle pressanti domande dei verdi, l’assessore Tommasini ammette: «Non è stata avanzata alcuna proposta da parte della scuola per rilanciare la sperimentazione». La motivazione si evince oltre, e citiamo integralmente, a scanso di equivoci: «Una sperimentazione linguistica - come succede del resto negli altri gradi di scuola - si basa sulla disponibilità dei singoli docenti preparati allo scopo e desiderosi di intraprendere un percorso nuovo, che richiede loro competenza e disponibilità al confronto e alla programmazione. A questi docenti infatti non viene richiesta solo la ovvia conoscenza e competenza linguistica, ma la ben più consistente competenza disciplinare. Sapere la lingua e padroneggiare la disciplina “veicolare” per saperla insegnare, corrisponde ad un profilo professionale non facile da reperire, anche perché figure così non sono ancora previste dalle vigenti classi di concorso». Tradotto: il corso sperimentale trilingue chiude, perché non è possibile trovare dei docenti in grado di insegnare le complesse materie liceali in un’altra lingua.
Per salvarsi in corner, l’assessore Tommasini tenta una dilazione nel tempo: «Assessorato e sovrintendenza traggono un bilancio positivo. L’esperienza fatta dai docenti del Liceo linguistico sperimentale verrà valorizzata nella proposta di riforma della scuola secondaria di secondo grado».
Insomma, riassumendo: sette anni fa è partita la sperimentazione trilingue. Se per elementari e medie non ci sono stati grossi intoppi - basti pensare all’esperienza delle Manzoni - l’unico liceo ad aver tentato una sperimentazione è stato, coraggiosamente, il Carducci. Ma anche lì si è dovuta gettare la spugna. E così, proprio ora che agli studenti trilingui del primo ciclo servirebbero delle superiori trilingui, non solo non se ne istituiscono di nuove, ma si chiude l’unico corso esistente. Per inciso - nonostante le difficoltà - apprezzatissimo dagli studenti.

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