Bolzano, i fedeli abbracciano il vescovo Golser: siamo con te

I parroci bolzanini: «Avevamo capito, ora siamo molto addolorati»


Davide Pasquali


BOLZANO. Fedeli e parroci bolzanini sapevano. Non conoscevano la diagnosi precisa, ma da diversi mesi avevano compreso, o per lo meno avevano avuto percezione delle reali condizioni di salute del vescovo diocesano, monsignor Karl Golser: nonostante non avesse praticamente rallentato la sua opera pastorale, la sua tempra non appariva più quella di prima. Appresa la notizia che l'alto prelato è affetto dal morbo di Parkinson, ora il mondo cattolico si è stretto attorno alla curia vescovile e si mostra alquanto addolorato e preoccupato. Soprattutto, però, fedeli e parroci hanno apprezzato moltissimo la dichiarazione spontanea da parte di Golser, ennesima dimostrazione della sua volontà di trasparenza. Ora, l'intera comunità dei fedeli inizierà a pregare senza sosta per la sua salute.
«Siamo tutti addolorati e preoccupati», confessa don Luigi Cassaro, parroco del Santissimo Rosario di Oltrisarco. «Ce lo ha chiesto di persona, quindi lo faremo fin da subito: ci riuniremo per pregare». Il parroco ammette di essere rimasto molto colpito «dal modo in cui il vescovo ha parlato della sua malattia. Si tratta di una grande testimonianza di fede; da molti punti di vista aiuterà ad edificare la nostra comunità». Già questa sera, aggiunge don Paolo Rizzi, parroco di Gries, «celebrerò una santa messa, durante la quale dedicherò una intenzione di preghiera al vescovo. E così faremo d'ora in poi durante tutte le celebrazioni eucaristiche». Pure Rizzi è rimasto assai colpito dalle modalità di diffusione della notizia sulle condizioni di salute di Golser. «Si è comportato - spiega - come un buon padre di famiglia, che annuncia ai figli di essere malato. Ora c'è da sperare che tutti i figli accolgano la sua richiesta di supportarlo con la loro preghiera». Comunque sia, conclude in maniera schietta, «ce lo aspettavamo». «Sì, non è stata una sorpresa, ce lo immaginavamo», raccontano ai padri Carmelitani scalzi. L'ultima volta Golser aveva fatto visita alla parrocchia di via Col di Lana un paio di mesi fa. Con grande umiltà, il 21 settembre Golser aveva reso omaggio al parrocco Celestino Rossi, che poi sarebbe spirato da lì a qualche ora. Già in quell'occasione, si era notato vistosamente che le sue condizioni di salute non erano le usuali.
Don Gianpaolo Zuliani, parroco a Don Bosco, informa che a questo punto il primo passo «sarà informare l'intera comunità. Celebreremo delle sante messe e pregheremo per lui». A livello umano, don Zuliani si dice molto dispiaciuto, «però sono fiducioso, perché anche in queste tragiche difficoltà il vescovo mostrerà la sua tempra, come ha sempre fatto. Come appena nominato, quando da subito ha cominciato a fare visita alle parrocchie. È un uomo molto molto disponibile e lo è sempre stato. Personalmente lo conosco bene, perché è stato mio professore di morale al seminario di Bressanone. Ai tempi era il decano della scuola. Si è sempre dimostrato disponibile, con tutti. È la sua caratteristica pecularie: disponibile e molto buono. Ora non ci resta che attendere. E pregare».
Don Filippo Boninsegna, parroco della Sacra Famiglia, si accoda, ma con un distinguo: «Appena abbiamo saputo la diagnosi esatta, abbiamo deciso di dedicargli delle intenzioni di preghiera, tutti i giorni. Però, anche vista la sua forte tempra, mi preme ricordare che il vescovo Golser ha dei precedenti per così dire illustri. Anche il vescovo Joseph Gargitter, nei suoi ultimi anni di vita, era affetto dalla stessa patologia. Pure il cardinale Carlo Maria Martini ne soffre. Per non parlare di papa Giovanni Paolo II. Tutti esempi di personaggi eccellenti che, nonostante la malattia, non si sono certo persi d'animo, ma hanno continuato la loro opera pastorale, con il coraggio della fede. Ora, c'è da augurarsi che ci riesca pure il vescovo Egger. Speriamo vada avanti come lo conosciamo». Altrimenti, «se non dovesse riuscire a proseguire la sua missione, pur rimanendo vescovo, perché tale è stato consacrato, si dovrà decidere chi potrà sostituirlo. Ma non sono decisioni che spettano a noi. Per il momento, con ogni probabilità diminuirà la sua attività pubblica, sostituito, come previsto in simili casi, dal vicario generale della curia».

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