matrimoni gay

Bolzano, il Comune crea il registro delle coppie omosessuali

Spagnolli: «Non ha effetti giuridici, ma è un primo passo verso il riconoscimento». Duro attacco delle associazioni per la famiglia tradizionale



BOLZANO. Primo passo, per ora più simbolico visto che non ha alcun effetto giuridico, verso il riconoscimento delle coppie omosessuali che si sono sposate all’estero. Più volte annunciato, il sindaco Luigi Spagnolli ha firmato il decreto che istituisce "l'elenco degli atti di famiglia non riconosciuti dalla normativa vigente italiana". Il primo cittadino ha spiegato che nell'ottica della tutela della dignità di tutte le unioni civili, al fine di superare situazioni discriminatorie e favorire l'integrazione di tutti i cittadini e preso atto che la trascrizione dell'atto di matrimonio celebrato all'estero nei registri di Stato Civile è già stata esplicitamente esclusa con circolare del Ministero dell'Interno, si è ritenuto opportuno istituire un elenco (cosa diversa rispetto a un registro) degli atti di famiglia non riconosciuti dalla normativa italiana, nel quale verranno riportati i nominativi dei richiedenti, annotando anche i dati relativi all'atto di famiglia esibito presso l'ufficio Servizi Demografici. Tra i requisiti per la registrazione vi è la residenza nel Comune di almeno uno dei due richiedenti.

In una nota, il capolista del Pd alle comunali Sergio Bonagura assicura che nei prossimi anni si farà di più perché Bolzano diventi la capitale dei diritti civili. Intanto la Manif Pour Tous Bolzano, il Movimento per la Vita, il Comitato genitori e un centinaio di firmatari, hanno inviato una lettera al sindaco in cui chiedono di essere ricevuti ed esprimono preoccupazione per il protocollo d'intesa firmato dal Comune con l'arcigay "Centaurus" e per l'adesione al protocollo Re.a.dy.

Per Guido Margheri (Sinistra, cologia e libertà), «la decisione del sindaco Spagnolli di aggiungere al Registro per le Unioni Civili già esistente da anni in Comune un "altro«"registro per le coppie gay regolarmente sposate in altri Paesi Europei anzichè, come avevamo chiesto noi, con regolare proposta agli atti del consiglio dal luglio del 2014, la formale trascrizione all'anagrafe dei matrimoni è doppiamente sbagliata e ingiusta. È ingiusta perché si continua a discriminare il diritto di un cittadino a vedersi riconosciuto formalmente un legame esistente ai sensi delle normative europee. È sbagliata perché così, invece di fare come i sindaci di Milano, Bologna, Napoli, Roma e tantissimi altri comuni, si sceglie poco coraggiosamente di piegarsi ai diktat illegittimi del Ministro dell'Interno».

Di segno opposto la critica di Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore): «La Svp, partner di giunta del sindaco Spagnolli, ha archiviato il concetto di famiglia a sua insaputa»? L'elenco presentato da Spagnolli in tanta pompa magna è una mera enunciazione di principio, una bolla speculativa mediatica, un ammiccamento verso quella cultura relativistica che piace molto alla Sinistra. Ma non è nulla di più.

 













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