Il caso

Bolzano, il parroco dice di «no» anche agli ambulanti 

La protesta a Regina Pacis: «Don Andrea Bona non ci concede il parcheggio della parrocchia  per il mercato del giovedì. Quello spazio che serve a tutto il rione ci è utile come appoggio»


Paolo Campostrini


BOLZANO. Don Andrea non cede. Sta nella sua Regina Pacis come in una trincea: no pasaran. Ha iniziato dicendo niet agli alpini. I quali gli erano capitati in ufficio con la domanda di rito: «Scusi, allora va bene come sempre no? Ci prendiamo il suo cortile per un po’ per la festa del risotto? ». Niente: o mille euro o via. Se ne sono andati. E così anche il club Visitazione.

Poi ha bussato alla porta di don Andrea anche il Comune, con coop al seguito. Il progetto era ambizioso: 60 posti per i residenti che solo avrebbero sfiorato il sedime. Stessa risposta: no. A questo punto era intervenuta la Curia. Iniziativa inedita: delegazione vescovile in parrocchia, opera di convincimento conclusa con un “non possumus”. Per l’altro principio che il parroco è sovrano nella sua parrocchia.

Ora, invece, si è aperto un nuovo fronte: il mercato del giovedì. Sta a due passi da Regina Pacis, è un evento del rione. Solo che, con le legioni di clienti, sono arrivati anche i vigili da Eros Bon, bolzanino purosangue, nato a Oltrisarco, dietro ai banchi da 50 anni. Che succede? «Mi hanno multato». Giusto? «Beh dal loro punto di vista sì...».

Ma allora, perché è arrabbiato?

Non con loro, col prete. Il parroco di Regina Pacis.

Cosa le ha fatto?

Dico cosa “ci” ha fatto. Allora sono anni che veniamo qui, in piazza Matteotti e in via Dalmazia. Per anni il parroco di prima ci concedeva, solo per una mattinata, di appoggiare i nostri furgoncini nello spiazzo della chiesa.

Pagavate?

Il giusto. Pochi euro. Era quasi un obolo. Ma così facendo, ci veniva incontro. E adesso tutto blindato. Non vuole che si parcheggi, non vuole neanche un euro ma sono chiusi anche i gabinetti. Per noi avere un piccolo appoggio era la vita. Nel senso che ci risolveva un sacco di problemi senza crearli a nessuno.

Quali problemi vi crea?

Io, per dire, che ho il banco di frutta e verdura, devo fermare il mio mezzo ai Piani. Ci arrivo all’alba e poi mi muovo in macchina. Ma anche la macchina la devo parcheggiare. E spesso, anzi quasi sempre, non c’è posto. Così si fa avanti e indietro come le trottole. Questa volta avevo parcheggiato male...

Cosa dovrebbe fare don Andrea?

Quello che ci si aspetta da un prete. Dare una mano alla gente, a chi lavora. Non si chiede di inventarsi chissà cosa o di fare strappi alle regole. Semplicemente di venirci incontro. Possibile che da un po’ di tempo qui intorno sia tutto più difficile? E sa cosa mi hanno detto degli amici alpini?

Immaginiamo...

Che da quando c'è quel parroco non hanno più potuto mettere in piedi neppure la loro festa.

Intende quella del risotto?

Intendo quella che portava a Regina Pacis tanta brava gente che se ne stava lì a mangiare e a incontrarsi. Mi chiedo: ma non dovrebbe essere questa una chiesa? Un posto dove ci si trova? E non dovrebbe essere questo il compito di un parroco, aprire gli spazi ai cittadini, a chi abita qui intorno?

O dare una mano anche a voi...

Perché no? Si è sempre fatto. Il nostro mercato dura una mattina, non una settimana ed è un evento che aiuta tanti che abitano qui a trovare facilmente le cose che cercano, a fare la spesa senza problemi. Dico che lo si può intendere anche come un servizio sociale. In anni in cui tanti non vanno più in chiesa, la chiesa, ma lo dico io che non so niente di queste cose, dovrebbe accogliere, non respingere. Aprirsi e non chiudersi.

Che fa se ne va?

No, torno subito. Sposto la macchina e faccio un salto ai Piani.













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