Bolzano, l'Arma celebra la Virgo Fidelis: "Vogliamo aumentare la sicurezza percepita"
Cerimonia dei carabinieri nella parrocchiale di Gries con un pensiero particolare agli orfani
BOLZANO. L'Arma dei carabinieri ha celebrato oggi (lunedì 21 novembre) la messa per la Virgo Fidelis, patrona dei carabinieri. Il comandante della legione Trentino Alto Adige Massimo Mennitti e il comandante provinciale Stefano Paolucci, assieme ai loro uomini, hanno seguito la cerimonia nella chiesa parrocchiale di Gries. Presenti anche, tra gli altri, il prefetto Elisabetta Margiacchi, il questore di Bolzano Lucio Carluccio, il comandante della guardia di finanza provinciale Giulio Piller e il vice comandante delle Truppe Alpine Massimo Panizzi oltre alla presidente del tribunale di Bolzano Elsa Vesco. Suggestiva la cornice dell'Abbazia Muri Gries mentre a celebrare la messa, congiuntamente, sono stati l'abate Benno Malfer e il cappellano militare Gianmarco Masiero.
Un momento di raccoglimento che, da sempre, viene abbinato ad un messaggio solidale da lanciare. In questa occasione il pensiero dei carabinieri è andato agli orfani. “Ne abbiamo tanti – racconta Mennitti – e ci teniamo a stare vicini a loro e alle loro famiglie”. Sono mille, infatti, gli orfani sostenuti direttamente dall'Arma fino al compimento del diciottesimo anno di età con donazioni e premi secondo i meriti di ciascuno. Inevitabile anche un accenno al tema, sempre caldo, della sicurezza. “E' la base su cui costruire le possibilità di sviluppo di una società. Ci impegniamo costantemente per garantire questa serenità. Detto questo a fronte di una diminuzione statistica degli episodi abbiamo anche una percezione della sicurezza che è inferiore rispetto al passato. Dobbiamo concentrarci su questo”.
Nel corso del suo discorso, invece, il comandante Paolucci ha ricordato i carabinieri di Culqualber di cui ricorre il 75esimo anniversario. "È un giorno di festa ma anche di riflessione su molti aspetti dell’essere carabiniere. Sicuramente sui valori che sono propri di ogni uomo con gli Alamari, di ciascun uomo che, credendo profondamente nell’impegno a mettere la propria vita al servizio della Patria, ha scelto di indossare questa uniforme. Un'uniforme che significa onore, dovere, sacrificio, coraggio, fedeltà. Significa tutto questo e molto di più per ciascuno di noi che viviamo, con intima convinzione, il senso della quotidiana missione al servizio delle nostre comunità”. Paolucci ha poi voluto ricordare i caduti nell’adempimento del dovere “eroi silenziosi che hanno immolato la loro vita al tricolore ed al popolo Italiano. Uomini con gli alamari cuciti sul cuore, cui ci sentiamo uniti sotto il secolare motto “nei secoli fedele”. (a.c.)