LE COMUNALI

Bolzano: la Lega inizia la campagna dai mercati

Gli ex consiglieri comunali in via Rovigo: «Pd e Svp non si vedono, non vogliamo lasciare i quartieri solo a CasaPound»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. «Signora, guardi che questi vogliono spendere 300 mila dei suoi “euri” per rimettere a nuovo un campo nomadi...». Soldi per gli zingari? «Sì, per loro. Che dice, le va bene? ». La signora ha in mano la borsa della spesa e ha appena pagato a peso d'oro, dice, un chilo di zucchine. E non ha la faccia di quella a cui va bene. «Se è contraria firmi qui...». È giovedì mattina . Giorno di mercato in via Rovigo. E la Lega c'è. Bandiere al vento e tavolino anti Comune. O quel che resta del Comune. Perché la giunta non c'è più ma c'è ancora una sua delibera per rifare il campo rom di viale Trento. «Noi queste cose le combattiamo adesso ma lo facevamo anche prima - dice Filippo Maturi, ieri senza cravatta - gli altri le scoprono ora. Come le civiche, che chiedono più sicurezza credendo di dire una cosa nuova...». Maturi era in consiglio comunale. Lui e altri quattro della Lega. In tutto fanno cinque. Il partito che ha conquistato più seggi, che è il Pd (con la Svp), ne aveva sette. Solo due di più. Questo per dire che mentre tutti cercano di capire cosa succederà tra i democratici e nella Stella Alpina, a loro è riservata sempre una zona in penombra. La stessa di maggio. Quando presentarono la loro lista, pochi giorni prima delle elezioni, nella sede di via Palermo c'era un giornalista. Uno. Loro, poi, ne hanno fatti cinque di consiglieri. Quasi tutti quelli che erano presenti quel giorno. «Perché siamo già qui? Perché non possiamo lasciare i rioni solo a CasaPound», dice Carlo Vettori, il già candidato sindaco. CasaPound è stata la seconda sorpresa delle urne. E l'altro giorno era ai Piani con gli striscioni anti prostitute. All'assemblea autoconvocata degli stessi Piani, due giorni prima delle elezioni, Gallo e gli altri assessori furono sonoramente fischiati. Questo per dire che ancor'oggi Pd e Svp non sembrano fiutare da dove viene il pericolo. E loro, la Lega? «Crediamo che quello che interessa di più la gente sia, nell'ordine: come la politica spende i soldi delle tasse dei cittadini, la sicurezza delle persone e la pressione degli immigrati», dicono Maturi, Vettori e anche Kurt Pancheri che con Kevin Marotto presidia in gazebo. Ma non solo. E sono queste le novità impersonate dai leghisti 2.0. Innanzitutto che l'autodeterminazione la lasciano ai colleghi trentini. «Qui in Alto Adige, tra gli italiani, non è aria», ammettono. Poi, che si tratta di un partito pienamente post-ideologico. E che già occupa quella porzione di terreno politico dove si preparano a mettere i piedi anche le svariate civiche in approntamento. La prima, quella artioliana, la seconda , quella che si sta aggirando dalle parti della Svp. Nei confronti di queste nuove liste, la Lega è concorrenziale ma anche matura per potersi mettere in gioco. Pure con la Svp stessa. Intesa come casa madre. «Ricordate quello che diceva Steger a maggio? - chiede Maturi - Ebbene noi siamo ancora lì, sulle sue posizioni. Come su quelle di Ladinser. Solo che dopo, loro sono stati costretti a corteggiare i verdi. E sappiamo come è finita». In sostanza.

La Lega è ancora quella intorno a cui si aggirava Spagnolli quando cercava alternative. Ed è pronta al dialogo per tenere lontana la sinistra. Musica per le orecchie di molti Svp. Poi c'è la civica artioliana. «Elena chi?», dicono in coro i leghisti. La Artioli tempi addietro regalava, molto salvinianamente, pasta in via Rovigo. Ora è quasi nel Pd e non la regala più. Ma c'è un'altra civica all'orizzonte ed è quella dei Brugger. Interetnica, sembra . «Come noi da sempre - chiarisce Vettori - ed è questo che ci rende così agili. Parliamo con gli italiani e i tedeschi indifferentemente perchè i problemi che riguardano sia gli uni che gli altri , nel 2015, sono gli stessi». Ecco quello che sta succedendo, a iniziare da ieri in via Rovigo. Che c'è una destra non identitaria e nazionalista come invece quella classica, che si propone "naturalmente" come interlocutrice delle ali moderate anche Svp. Proprio perchè interetnica. Insomma, in uno scenario da "liberi tutti", chi si è tenuto libero come Lega, si trova adesso nelle condizioni di cavalcare temi che saranno al centro dei programmi politici delle civiche e di buona parte della Svp.













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