Bolzano, La Russa apre sul Monumento: non è un tabù

Il ministro della Difesa: «Via la cancellata? Ne possiamo discutere»


Francesca Gonzato


BOLZANO. Il ministro Ignazio La Russa apre sul Monumento alla vittoria. Eliminazione della cancellata e museo? «Se ne può parlare». Non è cosa da poco da parte dell'ex reggente di An, co-coordinatore del Pdl e attuale ministro della Difesa. Fu proprio da capo delle forze armate che il 9 novembre 2008 ordinò agli alpini di andare a deporre una corona davanti al Monumento per celebrare il 4 novembre. Non avveniva dal 1996. Quell'omaggio ai caduti era stata la risposta alla marcia degli Schützen, che sfilando davanti al Monumento ne chiedevano l'abbattimento. Adesso sono tempi di disgelo. Ha iniziato la Svp, superando il tabù del Monumento: i vertici della Svp ne chiedono la storicizzazione, ma non assecondano gli Schützen. Ora chi fa un passo è La Russa: «Non ho tabù su questo argomento, ma qualche condizione sì, certo». In generale tra governo e Svp sono tempi di dialogo, come dimostra la provincializzione dello Stelvio ottenuta in Commissione dei 12 con accelerazione a sorpresa. Così il ministro La Russa, che fa il punto anche sul trasferimento di una parte del Reggimento alpini paracadutisti Monte Cervino da Bolzano a Montorio di Verona. Ministro, Comune e Provincia propongono l'apertura del Monumento alla vittoria e un percorso museale. Cosa ne pensa? «Premessa: l'unica cosa che non è in discussione è la presenza del Monumento. Deve restare lì, come elemento simbolico, pacificatore. Non sono contrario a discutere». Potrebbe appoggiare l'apertura del Monumento? «Un ragionamento puntuale potrà essere fatto quando ci sarà un progetto preciso. Ci tengo che questo venga evidenziato. Detto questo, sono favorevole a tutte le operazioni che possano contribuire all'integrazione tra popolazione italiana e tedesca». E' quasi un mezzo sì. «Mettiamola così: non pongo veti iniziali. Alcune condizioni sì, però». Quali? Qualsiasi passo dovrà avvenire con l'accordo di entrambi i gruppi linguistici. E deve essere chiaro che il Monumento alla vittoria per noi è importante». Presto inizierà il trasferimento a Verona dei primi alpini paracadutisti del Reggimento Cervino. Ci sono state polemiche. «Ho meditato a lungo prima di autorizzare questo trasferimento chiesto dalle strutture militari. Ribadisco che chi vuole, potrà restare a Bolzano. La mia decisione è stata presa dopo avere verificato le altre presenze militari a Bolzano e le intenzioni di chi opera nel reggimento». Perché la richiesta di trasferimento? «C'è stata una valutazione militare: avere il Cervino a Bolzano o Verona è indifferente dal punto di vista del sistema difensivo. Secondariamente, su Bolzano è diventato complicato il reclutamento. Siamo in una fase di depauperamento sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo». Perché? «Bolzano è una città con un costo della vita troppo alto e complicata dal punto di vista dei collegamenti aerei, per i militari che vogliono andare a trovare le famiglie di origine. La maggior parte dei militari che oggi è a Bolzano sceglierà il trasferimento a Verona. Chi vuole, potrà restare. Ne ho avuto la garanzia e vigileremo». Il suo ministero è impegnato con la Provincia nell'operazione di permuta delle caserme: vecchie strutture cedute a Palazzo Widmann in cambio di nuovi alloggi per militari o restauro di alloggi di servizio. Come procede? «Ho incaricato il sottosegretario Crosetto di velocizzare le operazioni. Non ho segnalazioni di problemi».

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