Bolzano, la satira entra in carcerecon il teatro di Paolo Rossi
'Il teatro raccontato come questo ormai sta scomparendo nei salotti - dice Paolo Rossi - ma lo si trova ancora in luoghi di esclusione. Perciò mi piace lavorare qui e mi piacerebbe che anche il mondo là fuori potesse assistere allo spettacolo''
BOLZANO. Allegria e satira con Paolo Rossi nella casa circondariale di Bolzano. Il comico da mesi lavora con i detenuti del carcere in via Dante e il gruppo si è esibito davanti a una folla di ospiti che ha onorato il lavoro con un sentito applauso.
Lo spettacolo si è chiuso con musiche gitane prima che la direttrice Anna Rita Nuzzaci consegnasse i diplomi di fine anno scolastico. Autoironia e dialetto napoletano come ingredienti di un monologo che Francesco esibisce con bravura e che racconta con gli occhi di un bambino ferito di una violenza che il proprio padre rivolge verso la madre.
''Il teatro raccontato come questo ormai sta scomparendo nei salotti - dice Paolo Rossi - ma lo si trova ancora in luoghi di esclusione. Perciò mi piace lavorare qui e mi piacerebbe che anche il mondo là fuori potesse assistere allo spettacolo''.
Particolarmente fiera in questa giornata di festa, che fa dimenticare che la struttura del carcere cittadino è ormai troppo vecchia e troppo affollata - si presenta la direttrice Nuzzaci la quale ricorda che oltre ai vari corsi di cucina, pasticceria, lettura e scrittura in queste ore due detenuti sono impegnati con gli esami di licenza media. Altri quindici hanno sostenuto gli esami di bilinguismo nei vari livelli.