il caso

Bolzano, la sindacalista della Uil militante di CasaPound

Caterina Foti, la consigliera di quartiere e sindacalista passata alla destra radicale: «I vecchi partiti lontani dalla gente. Il fascismo? Roba passata, pensiamo alle c ose concrete»


di Luca Fregona


BOLZANO. Caterina Foti, 37 anni, operatrice sociale alla Casa di riposo Don Bosco, mamma (single) di una ragazza di 19 anni, abita in una casa Ipes in via Torino. A due passi da piazza Matteotti. Eletta in consiglio di circoscrizione Europa-Novacella con Alto Adige nel cuore, ha salutato Alessandro Urzì ed è passata armi e bagagli a CasaPound, facendo raddoppiare i consiglieri del movimento di estrema destra. «Ero stufa del politichese, dei tatticismi - spiega -. Nei quartieri c’è bisogno di azione, di gente che fa e che non ha paura di sporcarsi le mani».

Una volta - da via Resia a Piazza Matteotti - dominavano Donatone Seppi, Alberto Sigismondi, Holzmann (che raccattava 10 mila preferenze) e perfino il meranese Mauro Minniti. Erano i “ras” del popolo della case Ipes, degli “italiani” di Bolzano. Capaci di portare centinaia di persone alle assemblee sulla casa o sulla sicurezza dei rioni. Sono stati spazzati via dai vitalizi. Tritati dal rigetto anti-casta. Oggi, da ponte Roma in giù, c’è il vuoto. «La sinistra nei quartieri non c’è più - dice Foti-, e la destra in doppiopetto si è sciolta come neve al sole». Un’immensa prateria di scontento, mugugni e disagio che CasaPound (più della Lega) sta cercando di occupare. Il movimento, che è riuscito a far eleggere il suo primo consigliere comunale di tutta Italia (Andrea Bonazza) proprio a Bolzano, lavora in strada. Ai Piani fa i presidi contro le prostitute. A Oltrisarco occupa e ripulisce le case Ipes abbandonate e diventate rifugio per i disperati. Nella sede di via Cesare Battisti raccoglie e distribuisce generi alimentari per le famiglie («ma solo italiane») in difficoltà. Hanno associazioni sportive per i ragazzini e un’associazione di volontariato (la Salamandra) che ha ricostruito un asilo nelle zone terremotate dell’Emilia, e spalato fango dopo l’alluvione in Liguria. CasaPound attira i giovani con un mix che mescola impegno sociale e ambientalismo con i temi classici della destra radicale: orgoglio nazionale e lotta all’immigrazione. Ai Piani hanno al loro fianco il “Comitato mamme” che vuole cacciare i profughi da Parco Premstaller. E sono tante le ragazze che stanno aderendo al movimento. «La destra machista non esiste più - continua Foti -: stessi diritti e stessi doveri. Parità totale. Si privilegiano le competenze. Io ad esempio, mi occupo del sociale insieme a Sandro Trigolo (anche lui consigliere di quartiere, ndr), che lavora da anni nella Croce Rossa». CasaPound, insomma, si tinge di rosa e annacqua l’anima nera, (il lato oscuro del neofascismo), facendosi vedere sempre in prima linea nei rioni. «Mi hanno convinto perché ho visto che quando qualcuno li chiama per un problema, loro mollano tutto e vanno. È uno spirito di servizio che nei partiti non trovo più».

E così, Caterina, che è pure rappresentante sindacale della Uil nella Assb («ma so già che adesso mi cacceranno»), ha detto “ciao” a Urzì ed è passata con Bonazza.

[[(Video) Caterina Foti, la sindacalista Uil militante di CasaPound]]

«Intendiamoci - dice - massima stima per Alessandro, ma non mi convince più. Io vengo da una famiglia di militari. Un famiglia di destra. Mio padre Antonino (a lungo comandante della stazione dei carabinieri di Merano, ndr) mi ha sempre detto che il fascismo ha fatto anche cose buone. Ce l’ho nel Dna. Urzì è troppo fermo, troppo chiuso nel palazzo. In due parole: è un uomo di potere. E io non ne posso più di politici incravattati». Destra moderata, addio. «Basta farsi un giro in piazza Matteotti per capire quali sono i problemi della gente: casa, lavoro, sicurezza. Noi diciamo chiaro che prima vanno aiutati gli italiani, e che gli immigrati vanno sostenuti a casa loro perché altrimenti stiamo male in due». Populismo facile che strizza l’occhio alla pancia: no ius soli, no case agli stranieri, via le prostitute dalle strade...

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Il guru di Caterina Foti è Andrea Bonazza, che è anche coordinatore regionale di CasaPound. Da ragazzino era uno skinhead turbolento e piantagrane, oggi si è dato una ripulita. «Studia e ascolta - racconta Dado Duzzi, che lo ha conosciuto bene nei corridoi del Municipio -. Da lui mi divide tutto. Ma ho notato che non ha preconcetti. Ha voglia di fare». Caterina annuisce. «In quartiere le ideologie non servono. Devi risolvere i problemi. Io, per esempio, mi trovo benissimo con la consigliera dei 5 Stelle Sabrina Bresadola. Insieme abbiamo fatto approvare mozioni che aumentano la sicurezza, come l’elenco delle zone a rischio. Adesso stiamo lavorando per devolvere i gettoni di presenza a una famiglia bisognosa del rione...». Resta il tabù del fascismo. Se Bonazza non ha problemi a sbandierare la sua adorazione per il duce, Caterina è della scuola: “si pensa ma non si dice”. «Quello è passato - chiude -: la gente al bar parla di come pagare l’affitto, non di Mussolini».













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