Bolzano, liceo trilingue: Kasslatterdice no allo scambio di docenti

L'assessore alla scuola tedesca non raccoglie la proposta del collega italiano Christian Tommasini per cercare di salvare l'esperimento del liceo trilingue, destinato a chiudersi per mancanza di docenti in grado di insegnare le materie in lingua veicolare



BOLZANO. Fallimento della sperimentazione trilingue al liceo Carducci, un doppio smacco per l’assessore alla scuola italiana Chistian Tommasini, da parte dei docenti dell’istituto e pure dell’assessorato alla scuola tedesca.
Il vicepresidente della giunta provinciale, infatti, prima aveva escluso che la colpa della chiusura fosse da ascrivere alla politica, precisando che a prendere la decisione di segare il trilingue era stato, in piena autonomia, lo stesso istituto già nel 2006, per via dei pochi iscritti e soprattutto della difficoltà nel reperire professori in grado di insegnare le complesse materie liceali in lingua veicolare. Ora, ben 71 docenti del Carducci, a lezioni terminate, ieri si sono riuniti e hanno scritto una durissima lettera d’accusa alla politica: se abbiamo chiuso, dicono in sostanza, è perché nessuno ci ha sostenuto e finanziato a dovere. Ma non è finita qui. Perché, per poter supplire alla supposta mancanza di professori ben formati, per il futuro l’assessore aveva puntato sullo scambio fra scuola tedesca e italiana di docenti da utilizzare per le lezioni in lingua veicolare. L’intendenza tedesca però, per bocca del dirigente Peter Höllrigl, ora fa sapere: «Lo scambio non è previsto dal contratto provinciale dei docenti e non se n’è mai parlato fra le due intendenze scolastiche». Ma, soprattutto, lo scambio non ha l’avallo politico dell’assessore alla scuola tedesca.
Tommasini aveva proposto una possibile soluzione alla difficoltà nel reperimento di docenti in grado di insegnare le complesse materie liceali in lingua 2 o in lingua 3: «Incentiveremo lo scambio di professori dagli istituti tedeschi a quelli italiani e viceversa». La proposta, però, in sostanza non viene nemmeno presa in considerazione dall’assessore provinciale alla scuola e cultura tedesca, Sabina Kasslatter Mur, la quale così commenta: «Noi incentiviamo lo scambio di studenti, che possono frequentare mezzo o un anno intero negli istituti in cui si insegna nell’altra lingua. Il progetto riguarda le classi terze e quarte delle scuole superiori ed è molto apprezzato, anche se dovrebbe essere diffuso maggiormente. Funziona coi licei, con l’Iti e via dicendo. La scuola tedesca sostiene tutti i progetti che possano incrementare la conoscenza della lingua italiana, oggi troppo scarsa, ma abbiamo diverse difficoltà con il personale. Non tutti sono formati a sufficienza, e poi abbiamo troppi supplenti». Per quanto riguarda l’insegnamento della seconda lingua, insomma, «soffriamo di una mancanza di continuità didattica che ci penalizza». Tutti motivi per cui, «prima di pensare a progetti innovativi di licei trilingui, a scambi di docenti fra istituti e a sperimentazioni in lingue veicolari, attualmente non previsti per quanto riguarda la scuola in lingua tedesca, dobbiamo piuttosto impegnarci a migliorare qualitativamente e quantitativamente il nostro personale docente». Tradotto: non possiamo permetterci di prestare professori ad altri, non avendone a sufficienza nemmeno per noi. Comunque sia, «di scambio si potrebbe anche discutere, ma sempre tenendo ben presente che lo scopo dell’intendenza tedesca è garantire a tutti i sudtirolesi una formazione in lingua tedesca in tutte quante le materie di insegnamento».

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