il caso

Bolzano, maxi eredità svanita in Bitcoin 

A prelevare 500mila euro dal conto corrente sarebbe stata la figlia, sostenendo di agire per la madre: è stata denunciata dai due fratelli. Il caso finisce in tribunale


Mario Bertoldi


BOLZANO. Non si tratta di un’ eredità contesa quanto piuttosto di un’ eredità in un primo tempo anticipata da due genitori e poi improvvisamente “revocata” per altri progetti che papà e mamma intendevano a quanto pare portare a conclusione. La vicenda, che presenta aspetti decisamente anomali, è approdata in questi giorni al vaglio del tribunale di Bolzano con il giudice Walter Pelino chiamato a valutare eventuali responsabilità di uno dei figli in relazione all’accusa di appropriazione indebita.

L’accusa parte dalla denuncia di due fratelli che accusano la sorella di aver messo le mano sulla comma complessiva messa a disposizione dai genitori i poco inferiore al mezzo milione di euro.

La prima udienza davanti al giudice si è conclusa l’altro giorno con un rinvio di una quindicina di giorni in quanto dovranno essere ascoltati testimoni considerati importanti per una corretta ricostruzione dei fatti. La decisione dei due fratelli di depositare denuncia nei confronti della sorella ha portato ad un intervento della Procura che nel corso dell’inchiesta è riuscita a porre sotto sequestro poco meno di 200 mila euro mentre gli altri 300 mila per il momento sono spariti.

Ovviamente i due fratelli accusano la sorella di essersi indebitamente impossessata del denaro. Quest’ultima però avrebbe agito - secondo quanto emerso - su mandato della madre che pare intendesse effettuare investimenti finanziari in valuta elettronica.

La somma di denaro era stata depositata su un conto cointestato acceso alla Volksbank. Proprio per questo la competenza sotto il profilo giudiziario è del tribunale di Bolzano. La famiglia coinvolta in questa vicenda risulta residente nel Sud Italia ma per cerca sei mesi all’anno i due genitori vivono in Alto Adige in quanto amanti delle bellezze naturali dell’Alto Adige. Fu proprio in un periodo di prolungato soggiorno in provincia di Bolzano che i due genitori deciso di versare i proprio soldi, frutto dei risparmi di una vita, ai tre figli accendendo un conto corrente intestato a tutti e tre i figli.

Per un certo periodo la situazione sarebbe stata tranquilla.

Successivamente, come detto, sarebbe stata la madre a contattare la figlia per chiederle di ritirare i soldi versati in banca al fine di investirli in Bitcoin. Sino ad oggi, dunque , la figlia sostiene di aver agito solo sulla base delle disposizioni della madre la quale, però, non avrebbe minimamente coinvolto gli altri figli.

Tra le ipotesi l vaglio degli inquirenti c’è anche il rischio che la madre abbia utilizzato il denaro per investirlo in valuta elettronica pensando di ottenere risultati interessanti sotto il profilo finanziario. In realtà l’investimento potrebbe essere andato male al punto che la somma di denaro in questione potrebbe essere svanita per effetto di scelte risultate poco remunerative.

Tutti aspetti che il processo davanti al giudice Walter Pelino dovrebbe chiarire nella prossima udienza che potrebbe concludersi con la sentenza di primo grado. Saranno probabilmente decisivi i prossimi testimoni che dovrebbero chiarire anche il valore dei titoli in valuta elettronica a suo tempo acquistati.

 













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