il caso

Bolzano: muore paziente, indagato operatore 118

Secondo l’ipotesi d’accusa avrebbe valutato male la situazione disponendo un intervento in codice giallo invece che rosso


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La presunta sottovalutazione da parte di un centralinista del 118 delle condizioni di un paziente che chiedeva aiuto, è al centro di un nuovo caso giudiziario approdato in Procura sulla base di un esposto da parte dei parenti della vittima. L’uomo di mezza età sarebbe deceduto a seguito di una emorragia il giorno seguente un primo intervento di soccorso che però non avrebbe permesso di evidenziare la gravità della situazione.

Il caso, approdato sulla scrivania del sostituto procuratore Luisa Mosna, è del tutto simile a quello che alcuni mesi fa aveva portato sotto processo tre operatori della Croce Bianca, accusati di rifiuto di atti d’ufficio in concorso per non aver saputo valutare la gravità dell’intervento richiesto e aver omesso di disporre l’invio di personale medico. Il successivo decesso del paziente non fu messo in relazione al mancato intervento dato che la situazione clinica era ormai compromessa e irreversibile. In quella occasione i tre imputati (difesi dall’avvocato Mauro De Pascalis) vennero assolti in pieno. Ora anche per il nuovo caso l’indagato si è affidato all’avvocato De Pascalis che è convinto di provare anche questa volta l’estraneità a responsabilità di carattere colposo da parte dell’operatore del 118. Anche in questo caso, comunque, al centro del caso c’è la difficoltà di valutazione del centralinista a fronte di una chiamata di soccorso. In questo nuovo caso al vaglio della Procura l’operatore del 118 è accusato di aver inviato un equipaggio della Croce Rossa in codice giallo invece che rosso. Non è una differenza da poco, posto che l’intervento in codice rosso prevede sempre la presenza di un medico mentre l’intervento in codice giallo no. In quella occasione potrebbe essere stata proprio l’assenza di un medico a fare la differenza in negativo. Pare infatti che l’equipaggio di soccorso abbia raggiunto in casa il paziente solo con un operatore volontario che non avrebbe avuto ovviamente le competenze per rendersi conto di quanto stesse succedendo. Secondo l’ipotesi accusatoria la situazione sarebbe stata sottovalutata. Quando il giorno successivo il paziente chiese nuovamente l’intervento di un operatore sanitario la situazione era precipitata. Questa volta intervenne anche un medico che dispose subito il ricovero dell’uomo in ospedale. Il paziente cessò però di vivere poche ore dopo. L’inchiesta, nelle mani del sostituto procuratore Luisa Mosna, è stata aperta nei confronti del centralinista del 118 e dell’operatore volontario che sarebbe andato oltre le sue stesse prerogative. Per il momento, comunque, si tratta di ipotesi d’accusa ancora da verificare.

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